Regia di Neill Blomkamp vedi scheda film
Mi verrebbe da dire che la vita è strana o che il mondo è proprio vario, se penso che questo film, che io ho trovato ESALTANTE, per alcuni si è rivelato una boiata (un mio amico di fb -che peraltro stimo- ha addirittura utilizzato l'aggettivo RIPUGNANTE). Sì, il pubblico dei cinefili si è piuttosto diviso. Quanto alla critica lo ha accolto con molta circospezione, diciamo anzi che non ha nascosto in molti casi la delusione. Bisogna ovviamente far partire tutto da quel "District 9" che fu in qualche modo epocale e sbalordì proprio tutti (me compreso). Poi venne "Elysium" (sto passando in rassegna la carriera del regista sudafricano Neil Blomkamp) che ho preferito saltare dato che è stato stroncato unanimemente. Ora arriva "Chappie" (credo sia il titolo originale del film). E tutti a dire che si aspettavano un altro "District" e invece "delusione totale". Beh, certo non siamo ai livelli di quel film, ma per quanto mi riguarda questa è un'opera me-ra-vi-glio-sa. Già uno dei miei cult assoluti. E i motivi sono tanti, anche se ci sono ragioni "emotive" e di "cuore" che non si possono spiegare con le parole. Ma ci proverò. Il profondo umanesimo che avvolge questa storia che racconta di un futuro super techno ma in cui al centro Blomkamp mette ancora i sentimenti, l'anima, l'etica, i valori: insomma L'UOMO. E alla fine l'Uomo e il Robot si abbracceranno in un'ottica di Speranza. contro il cinismo, contro la malvagità, contro il profitto. Perchè il Robot non può essere un Nemico, dipende da QUALE uomo lo costruisce o lo addestra. Chappie è il nome dell'automa protagonista primario. Ed è un personaggio scritto con Amore, che propaga tenerezza infinita, ingenuità, purezza. Certi suoi slanci sono emozionanti, quasi commoventi nella loro sincera gentilezza. E' più umano degli uomini. E -si badi- Chappie è un "buono" super, ma descritto senza ricorrere neanche per un minuto ad espedienti emotivi disneyani. Ecco, questo è un discorso che si collega ad un aspetto più generale del film: nonostante i robot, le tante scene di scontri, i gangsters etc...beh questo film non so se si possa definire "sudafricano" (è una cultura che non conosco) ma una cosa è sicura: NON E' UNA RUFFIANATA SPETTACOLARE ALL'AMERICANA. Ma neanche un pò. E questo (occhio!) in epoca di MEGA RUFFIANATE AMERICANE alla Fast & Furious. No, qui c'è quest'anima "sudafricana" (scenario: Johannesburg) che ne definisce quasi un contorno "autoriale", perchè personale, originale, ricercato. In altri termini: COATTI ASTENERSI (chiaro??). C'è una vena poetica dolente, assolutamente malinconica, nella parabola di questo robot che, per quanto mi riguarda, è già nelle moderne antologie di Cinema. La sceneggiatura è ineccepibile, tutta tesa a raccontare la storia evidenziandone i risvolti morali e le riflessioni di pensiero (tutta roba che fa vomitare i fans di Vin Diesel, va da sè). Tuttavia, non è la definizione del ruolo di Chappie-robot che mi ha esaltato di più. E nemmeno la scrittura del ruolo del suo creatore (pur tratteggiato splendidamente). No. Quello che mi ha CARICATO fino all'euforia è la caratterizzazione dei tre SBANDATI-PUNK che sequestrano Chappie per farne uno strumento di crimine. I loro nomi sono: NINJA, YOLANDI detta MAMY, AMERIKA (che poi resteranno in due e poi ne resterà uno solo e poi....oddìo lo spoiler....torneranno in due). Tre personaggi fantastici! E mi riferisco soprattutto ai primi due sui quali è necessario aprire un capitolo sostanzioso a parte. Loro due non sono attori come tanti, anzi nemmeno lo sono, attori. Ninja e Yolandi in realtà sono due rappers sudafricani che fanno coppia sia nella vita sia sulla scena rave notturna di Johannesburg. Io non li conoscevo prima d'ora ma pare (la rete è PIENA di documentazione audiovideo su di loro) siano strafamosi sulla scena rap mondiale. Descriverli è impossibile. Diciamo che hanno la STOFFA dei performers e che in questo film ci fanno una figurona stratosferica. Lui magrissimo allampanato e supertatuato con una faccia da galera mai vista, lei sembra una bambina (somiglia vagamente a Mia Farrow da giovane), capace di atteggiamenti dolcissimi. Il creatore del robot cui prima accennavo è un superbo Dev Pavel (inglese di origini indiane, reso popolarissimo da quel "Millionaire" che procurò l'Oscar a Danny Boyle). Nel film suo nemico frontale è colui che vorrebbe portare la società sudafricana verso una deriva disastrosa, nelle fattezze di un favoloso Hugh Jackman, malvagio più che mai. Citazione d'onore per la specialissima guest Sigourney Weaver. E naturalmente colui che dà voce e "movimento" al robottino Chappie, quel vecchio caro Sharlto Copley sul quale ci sarebbero pagine intere da scrivere ma lo spazio qui ora non lo consente. Bisogna dire che le musiche sono una "coabitazione" tra quelle "canoniche" dell'arcifamoso Hans Zimmer e alcune canzoni del repertorio del duo "Die Antwoord" (che poi altro non sono che loro due, quei due svitati di Ninja e Yolandi).
Film da conservare, da amare, da vivere. E se per qualcuno è "ripugnante"...pazienza, ognuno ha il suo sguardo.
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