Regia di Camillo Mastrocinque vedi scheda film
Se si potesse riassumere questa splendida commedia in una sola scena sarebbe senza dubbio quella della lettera che Totò detta a Peppino, quando i i due, nel ruolo dei campagnoli partenopei, arrivano a Milano, con la sorella. Nel ruolo del giovane di campagna che va in città troviamo Teddy Reno anni prima di diventare mister Rita Pavone. Classico.
Se si potesse riassumere questa splendida commedia vintage in una sola scena sarebbe senza dubbio quella della lettera che Totò detta a Peppino (esilarante e copiata persino, ma con meno ironia, secondo me, da Roberto Benigni e Massimo Troiosi in "NON CI RESTA CHE PIANGERE"), quando i i due, nel ruolo di campagnoli partenopei un pò buzzurri, ma buoni di cuore, arrivano a Milano, accompagnati dalla sorella,. Nel ruolo del giovane di campagna che si reca in città troviamo il cantante Teddy Reno anni prima che diventasse mister Rita Pavone, mentre la Malafemmina del titolo, di cui d'innamora, è una splendida Dorian Grey. Risate a crepapelle e non volgari ( come non ridere quando Totò e Peppino chiedono a un vigile di Milano, scambiandolo per straniero:"nojo volevam savuar l'indiriss, ja?"), con qualche lacrima materna (la "sorella" di Totò e Peppino di cui parlavo sopra, preoccupata per quelle che crede che siano delle distrazioni del figlio, andato a studiare a. Milano). E' un film bellissimo, un classico che ha aperto le porte ad altri "Totò e Peppino...", ma ricordare questi grandissimi attori sconmparsi nel 1967 e nel 1980, soprattutto per questo film e mostrando, in diversi variertà sempre la scena del vigile a Milano è riduttivo. I film di Totò hanno sempre accompagnato, assieme a quelli di Stanlio e Ollio e altri comici vintage, italiani e non, la mia infanzia e adolescenza e la "Malafemmina", di cui Totò scrisse persino la canzone qui intonata degnamrente da Teddy Reno non è che uno dei tanti. Chi nion si scorda il Totò ciclista al giro d'Italia, o quello a colori, quando il colore al cinema era una novità? E se i bisticci di Totò e Peppino erano esilaranti, lo erano anche quelli fra Totò e Aldo Fabrizi, Macario e Nino Taranto. E dire che oggi c'è chi afferma che ha preso da Totò la sua verve comica (Massimo Boldi), ma il vero principe della risata era di altra statura, anche se faceva film alti e bassi. Applausi, quindi al principe/comico partnopeo e alle sue spalle, anche a Mario Castellani che viene sempre dimenticato e che qui fa il rivale della famiglia di Totò e Peppino.
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