Regia di Camillo Mastrocinque vedi scheda film
Quando i fratelli Caponi (Totò e Peppino) apprendono da una lettera anonima che il loro nipote (Reno) anziché studiare si trova a Milano per fare la corte a un'attrice da avanspettacolo (Gray), raggiungono il capoluogo lombardo per dissuadere la donna dai suoi intenti. Inevitabile lieto fine in cui il vero amore trionfa.
Semplicemente pirotecnici, Totò e Peppino ingaggiano duetti funambolici litigandosi il denaro, danneggiando i vetri delle finestre del "confinante" Mezzacapa e bardandosi con tanto di pelliccia e colbacco in vista della trasferta lombarda. Da antologia la scena in cui Totò detta a Peppino la lettera indirizzata alla maliarda ("un punto, punto e virgola e due punti: 'chè poi dicono che siamo tirati") e quella della richiesta ("noio volevam savoir (...) per andare, dove dobbiamo andare?") rivolta al vigile davanti al Duomo. Incontenibili.
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