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Citizenfour

Regia di Laura Poitras vedi scheda film

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La recensione su Citizenfour

di alan smithee
8 stelle

 

Vincitore a sorpresa durante la notte degli Oscar come miglior documentario, quando ormai da tutti era dato per favorito lo splendido ritratto wendersiano del noto ed ammirato fotografo Salgado ne Il sale della terra, CITIZENFOUR è certo, a tutti gli effetti, un documentario, ma così accattivante per la sua trama gialla e spionistica da apparire quasi come uno spy movie di ottima fattura, in perfetta e concitata tradizione di fiction con contaminazioni in stile mockumentary: salvo scoprire che si tratta di pura verità, o quasi almeno. Una regista, che si fa sentire dietro la macchina da presa senza quasi mai apparire, nel corso delle riprese di un suo servizio inerente la sicurezza nazionale post 11 settembre, viene contattata, assieme ad un noto giornalista di nome Glenn Greenwald, da un misterioso individuo che comunica con una apparentemente incomprensibile scrittura crittografata, per rivelare importanti indizi su un ipotetico tentativo da parte dell'autorità la sicurezza nazionale, di captare e catalogare ogni discorso o messaggio, in modo che possa essere ascoltato o messo a disposizione per agevolare il riconoscimento di organizzazioni sovversive di stampo terroristico.

 

 

Un 'azione che renderebbe, e di fatto ha reso, tutta la popolazione come un ammasso infinito di esseri sorvegliati da un Grande fratello di matrice orwelliana la cui ingombrante minacciosa presenza il celebre scrittore aveva già intuito in epoche decisamente non sospette. Il ragazzo che “vuota il sacco” pieno di inquietanti segreti che ledono ogni più conclamato e ormai condiviso principio di privacy, si rivelerà un ex collaboratore della Cia, il tenace Edward Snowden, che, nonostante l'accuratezza nel prodigarsi a mantenere segreta la propria identità, verrà smascherato e dovrà iniziare a fuggire e darsi alla macchia, accusato dal Governo Usa di aver minato alle basi della sicurezza nazionale con la divulgazione delle notizie in suo possesso.

 

 

Prodotto da quel genio furbissimo di Steven Soderbergh, il documentario della Poitras non può possedere la forza poetica del ritratto d'autore appassionato diretto da Wim Wenders, ma è caratterizzato da una narrazione concitata che inchioda allo schermo e si fa seguire come e più di una ottima e realistica fiction.

Presto nelle sale (poche poche invero) pure da noi. 

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