Regia di Laura Poitras vedi scheda film
Era il dicembre 2012 quando un misterioso personaggio nascosto dietro lo pseudonimo di “citizenfour” contatta la documentarista Laura Poitras, già autrice di documentari sull’America post-11 settembre, promettendole rivelazioni sconcertanti sui programmi di spionaggio della National Security Agency americana. Dietro lo pseudonimo scopriamo La Poitras e il giornalista del Guardian Glenn Greenwald incontrano “citizenfour” in una stanza d’albergo di Hong Kong, dove egli si presenta come Edward Snowden, giovane analista della NSA, intenzionato a rivelare il programma di spionaggio massiccio dell’agenzia, che violava la privacy di milioni di persone in tutto il mondo, scadagliandone le e-mail, le telefonate, le transazioni e le comunicazioni via Internet per mettere le mani su informazioni riservate e sensibili. Quello che è avvenuto in seguito a queste rivelazioni l’abbiamo letto e ascoltato nei mesi successivi sui media di tutto il mondo, ma l’avvincente documentario della Poitras dà l’impressione di vedere la storia svolgersi dall'interno, facendoci conoscere Snowden “in anteprima” nella camera dell’albergo di Hong Kong, giusto pochi giorni prima che le sue rivelazioni lo portino alla ribalta dell’attenzione dell’opinione pubblica mondiale. Quindi quello della Poitras non è semplicemente un documentario su un fatto storico, ma è esso stesso il fatto storico, perché attraverso il documentario Snowden fa le sue rivelazioni.
Altro aspetto interessantissimo dell’opera della Poitras è che ci permette di capire come questa storia viene vissuta in prima persona dal suo protagonista, che vede la sua figura prima sconosciuta diventare pubblica e ricercata dai giornalisti di tutto il mondo, ma soprattutto esposta alle conseguenze legali della sua azione, con il governo americano che vuole incriminarlo per tradimento e per aver messo in pericolo la sicurezza nazionale, ragion per cui è costretto a cercare asilo in Russia, mentre il giornalista Glenn Greenwald, con i suoi articoli e le sue interviste, continua l’opera di diffusione delle informazioni. Edward Snowden appare nel film come un giovane "nerd" intelligente e animato da un forte etica personale (si preoccupa di non essere lui a selezionare le informazioni da rivelare, lasciando questo compito interamente ai giornalisti, per evitare ogni sua arbitraria influenza). Edward, inoltre, manifesta il timore che, in quest’epoca dove ogni vicenda viene personalizzata, diventerà “lui” la storia, piuttosto che i fatti che rivelato: ed infatti così puntualmente avverrà. Il film ce lo mostra nella sua intimità e nella vulnerabilità di quei giorni che gli cambiano per sempre la vita, ossessionato dalla segretezza, come quando si copre con una coperta per digitare le sue password, preoccupato di prendere degli accorgimenti per proteggere la famiglia e la fidanzata, intento ad organizzare la sua fuga dall’albergo con l’assistenza di un avvocato difensore dei diritti umani o preso dall’ansia per un test dell’allarme antincendio. Soprattutto il documentario della Poitras permette a Snowden di far comprendere all'opinione pubblica le motivazioni alla base del suo gesto, quelle di difendere la democrazia e le libertà civili dagli abusi e dalle intrusioni illegali del potere, una scelta quindi ispirata da valori alti e presa nonostante l’uomo fosse ben consapevole delle gravi conseguenze che lo attendevano.
Citizenfour è un documentario interessante su un evento importante del nostro tempo, ma è anche avvincente come un thriller, uno dei migliori resoconti “dall’interno” di un fatto di attualità che mi sia capitato di vedere al cinema.
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