Regia di Marco Pianigiani vedi scheda film
Il 4 novembre è stato proiettato nelle sale cinematografiche questo documentario sui Musei Vaticani - tre sale in tutta Italia - ed è stato trasmesso in televisione per raggiungere un pubblico più vasto e vario. La regia è di Marco Pianigiani e a guidarci nella "visita" c'è Antonio Paolucci, direttore dei Musei ed ex Ministro dei Beni Culturali. Paolucci, laureato con Roberto Longhi offre una narrazione interessante per la scelta di trovare, lungo i corridoi dei Musei, la continuità nella ricerca degli artisti del divino nell'arte.
Dalla scoperta del gruppo scultoreo del Laocoonte nel 1506 fino all'età moderna; da Giulio II fino all'attuale Pontefice, citando il contributo di Paolo VI che volle arricchire la raccolta con opere di Van Gogh, Chagall e Dalì. Ora, questi ultimi sono un po' in secondo piano, paragonati alla carrellata delle opere del '500 e '600 o alle opere antiche che la Chiesa volle prendere per sé ed in carico come testimonianza della bellezza che è fatta dall'uomo per il volere di Dio. Non si può che restare meravigliati nel rivedere le "Stanze" di Raffaello e l'ultimo suo capolavoro, la "Trasfigurazione". E ancora ritroviamo, sapientemente illuminata, la Cappella Sistina con il ciclo di affreschi di Michelangelo, così complessi da levarci ogni capacità di giudizio.
Scrisse Ernst Gombrich:
"È difficile per un comune mortale immaginare come un essere umano abbia potuto fare ciò che Michelangelo fece in quattro anni di lavoro solitario sulle impalcature della cappella papale. Già soltanto lo sforzo fisico di dipingere il grande affresco sulla volta della cappella, di preparare e disegnare le scene nei particolari per poi trasporle sulla parete, è di per sé straordinario. [...] Ma lo sforzo fisico d'un uomo che solo e senza aiuti ricopra quella vasta superficie è nulla a paragone dei tesori intellettuali e artistici che vi profuse. La ricchezza inesauribile della fantasia, la maestria sempre vigile nell'esecuzione d'ogni minimo particolare, e, soprattutto, la grandiosità di visione che Michelangelo rivelò a quanti vennero dopo di lui, hanno dato all'umanità una misura nuova della potenza del genio."
Non c'è dunque da stupirsi se quest'immensa raccolta sia una delle mete privilegiate nel mondo e nel 2013 ha avuto circa sei milioni di visitatori. Questo documentario è un invito a percorrere quei sette chilometri... oppure anche solo qualche metro e indugiare, per esempio, davanti alla "Deposizione" del Caravaggio, che Paolucci descrive e ci fissa su un solo particolare tra tanti: la mano esanime del Cristo sfiora la pietra tombale con tre dita e tre, sono i giorni per poi risorgere. Il direttore del museo ci fa capire che ogni opera qui custodita può essere motivazione per mettersi in viaggio.
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