Regia di Camillo Mastrocinque vedi scheda film
Quello che fa la differenza in questo film non è tanto la storia in se
che risulta ancora una volta un po piatta anche se la trovata del finto rapimento potrebbe definirsi a tratti geniale e studiata a tavolino dagli sceneggiatori,ma quello che eleva in tutti i sensi questa pellicola è la contemporanea presenza di tre leggende del teatro d'avanspettacolo napoletano ovvero i fratelli Titina e Peppino De Filippo e il grande Toto',la struttura narrativa e la trama risulta a tratti noiosa specialmente nella parte in cui Toto' viene rapito dal bandito Ignazio "Il torchio" interpretato dal fantastico caratterista romano Memmo Carotenuto che con la sua voce roca e il viso da borgataro romano incarna perfettamente il bandito d'altri tempi rude nei modi ma in fondo con un animo da gentiluomo.Il film si regge dunque sui protagonisti principali che danno vita a momenti e dialoghi da puro teatro napoletano,con Titina De Filippo che giganteggia nel ruolo della moglie tirchia e a tratti tirannica,la De Filippo tiene testa alla grande ai due attori principali in scene da antologia come quelle della cena con l'ospite Peppino costretto a fare la spesa da se per poter cenare, visto che l'avarissima donna tiene a stecchetto il marito razionando persino le olive,indimenticabile la sequenza del tabarin che e' il naturale prosieguo di quello visto in "Toto' Peppino e la malafemmina" con i due classici cafoni sprovveduti alle prese con un mondo vizioso che si fanno quasi gabbare da una sedicente mangiatrice di uomini, a differenza del film del 1956 sempre di Mastrocinque, il risultato comico e qui piu' esilarante con Toto' che si beffa letteralmente della moglie, incosapevole del fatto che quest'ultima lo segue in diretta televisiva e si vendica dandosi anch'ella alla bella vita,un film dunque gradevole, a tratti pungente e sarcastico con la bella Dorian Gray che sveste i panni della "malafemmina" e diventa la figlia di Toto' con relativa storia d'amore( immancabile in questi film),da segnalare la presenza di Franco Interlenghi attore dal viso pulito molto in voga in quegli anni che interpreta il fidanzato e futuro genero di Toto',da considerare infine che questi gioielli di pura' comicita' popolare erano sorretti da sceneggiature stiracchiate e regie a basso costo,il tutto veniva improvvisato dalla genialita' degli interpreti come il balletto in aperta campagna tra Toto' e Peppino che rivisto anche 1000 volte ha un effetto da comicita' strabordante,il finale del film è di un sapore grottesco con un Toto' che si ritrova a fare da garzone di bottega......un film dunque che chiunque ami il grande Toto' deve assolutamente vedere almeno una volta,tre attori cosi' messi insieme non lasciano mai lo spettatore insodisfatto......
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