La vita alienante alla catena di montaggio in fabbrica. Un corto documentaristico ritrae la condizione degli operai, osservandone da vicino i gesti meccanici e spersonalizzanti.
"Ridurre a un gorilla ammaestrato": questo è quanto riesce a fare la catena di montaggio secondo Gramsci. Con le parole del filosofo comunista, citate in chiusura, ma soprattutto con immagini eloquenti carpite da vicino e sul campo d'indagine, cioè dentro a una fabbrica, Ansano Giannarelli racconta l'alienazione a modo suo. Da un punto di vista di sinistra, senz'altro, ma non invaso dall'ideologia; l'approccio di Giannarelli potrebbe infatti piuttosto definirsi umanista, per la sua pretesa di mettere sempre l'individuo, i suoi pensieri e i suoi gesti al centro di tutto; ma anche le sue sensazioni e necessità, tutto materiale che confluisce a elaborare il teorema della spersonalizzazione che questa breve pellicola porta con sè. A impreziosirla c'è il commento sonoro di Vittorio Gelmetti; la durata è fin troppo breve e questo è il cruccio principale dell'opera. Nella carriera del regista, Analisi del lavoro si situa cronologicamente a cavallo proprio fra i suoi due lavori di maggior risonanza, ovvero Sierra Maestra del 1969 e Non ho tempo del 1973. 6/10.
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