Regia di Camillo Mastrocinque vedi scheda film
Fenomeno dirompente della tv italiana,"Lascia o raddoppia?" segnò in maniera seria,per quanto si parli di puro intrattenimento,la metà degli anni Cinquanta,tanto da avere un bis vent'anni dopo,lanciando Mike Bongiorno come astro dell'antenna, portando in tutte le case dotate di apparecchi televisivi lo schema del gioco a premi,che si basava su un rilancio circa un argomento scelto da un concorrente,chiuso in cabina a rispondere alle domande del presentatore. Poteva sfuggire Totò all'averci a che fare? Chiaramente no,ed ecco il comico napoletano nei panni di un nobile che gira per ippodromi vendendo dritte fasulle ad altri giocatori,vivacchiando con domestico al seguito,che si becca improperi e stizze del duca squattrinato:succede che al protagonista venga rivelato di avere una figlia da un'avventura, che egli si ritrovi in mezzo a due gangsters che lo incastrano in una scommessa pericolosa,e che, appunto,il sistema di ottenere un pò di soldi per sistemare le cose,sia nel partecipare al gioco in televisione. Dei tanti film interpretati da Totò, che nobile lo era davvero, è uno dei maggiormente solidi,a livello di storia e narrazione, con pochi spazi concessi all'inventiva a volte ingombrante, a volte salvifica (dipendeva dal livello del copione) del mattatore dal sorriso sghembo, però le occasioni di divertimento sono abbastanza rade,e si viaggia verso un finale bonario e all'insegna dei buoni sentimenti, con qualche simpatica uscita del "principe della risata" (celebre il "Duca?","Dica?" spesso pronunciato qui), un buon mestiere della spalla Carlo Croccolo,e la venustà della vamp Dorian Gray.Ma poco altro.
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