Regia di Mario Mattòli vedi scheda film
Divertente commedia con il "mitico Totò" mattatore a 360 gradi
Nicolino, un giovanissimo Totò, fa il commesso nella farmacia di proprietà di sua zia,la quale lo incarica di portare al giornale un avviso-réclame, di una specialità framaceutica,con la sua foto. Per un errore del tipografo, viene stampato il suo ritratto, con la didascalia e l’articolo su di un criminale, ricercato dalla polizia. Nicolino, scambiato per il delinquente, incute timore ovunque vada,al solo apparire, senza capirne all’inizio la ragione.Costretto a riparare all’estero, si traveste da hostess, sale su un aereo, diretto a Siviglia. Anche qui non trova pace,in quanto equivocando sulla sua identità, viene preso in simpatia da un criminale autentico, che ha visto la foto sul giornale. Il malvivente, che riconosce in lui un maestro, gli domanda supporto, per uccidere e depredare una miliardaria americana. Per sottrarsi all'incomodo fan, Nicolino è costretto a travestirsi da torero. Scambiandolo per un vero e coraggioso matador, l'americana s'infatua di lui. Nicolino suo malgrado, deve scendere nell'arena. Buon per lui che il toro si rompa le corna e tira le cuoia, cozzando contro un vassoio metallico, che opportunamente ha messo sotto la giubba, mentre lui sviene per la paura.Quando si risveglia, trova al suo capezzale l'americana, che gli professa la sua ammirazione e il suo amore.
Dopo il successo di pubblico di “Sangue e arena” con Tyrone Power, si decise di realizzarne la parodia affidando la regìa a Mario Mattoli e il ruolo di protagonista a Totò che era all‘apice della popolarità teatrale e aveva ottenuto un buon riscontro di pubblico dopo il film "i due orfanelli" uscito l’anno precedente.
Le parodie come genere cinematografico, erano perfettamente consone alle corde comiche del Principe della risata, che seguendo un esile canovaccio, poteva dare libero sfogo, alla sua immensa fantasia creativa, inventando scenette esilaranti. La sua verve spontanea e libera da qualsiasi legaccio di sceneggiatura, gli consentiva di recitare a braccia e si esprimeva al meglio proprio quando poteva uscire dalle “costrizioni” del copione, assistito da artisti comprimari strepitosi, che sapevano fargli da spalla in modo egregio, assecondando le sue estemporanee e pirotecniche invenzioni dialettiche ,dallo stile anarchico, coadiuvato dal valido aiuto di caratteristi d’eccezione tra i quali, il fedelissimo e bravissimo Mario Castellani e la giovane Isa Barzizza, ironica e sensuale, che reciterà spesso insieme al Principe, in una serie di film girati tra la fine degli anni Quaranta e i primi anni Cinquanta.
“Fifa e arena” ad una superficiale lettura potrebbe sembrare datato, ma la grandezza di Totò stava nel rendere attuale anche l'antiquato: le sue gag irresistibili sono inossidabili e senza tempo, da sole valgono l’intera pellicola.
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