Regia di Christine Pascal vedi scheda film
film che affronta il difficile discorso della malattia con tocco lieve e quasi aereo. due genitori separati e, di mezzo, una bambina undicenne che vive principalmente col padre medico ricercatore perchè la madre è un'artista che vaga per teatri d'europa. durante una settimana di vacanza con la madre, è proprio quest'ultima(la più assente)ad accorgersi che qualcosa non va nella bambina. e così dopo accertamenti medici, che il padre accoglie con un pò di riluttanza dando la colpa al fatto che la bambina mangia troppo ed è pigra, si scopre la tragica realtà. tumore cerebrale inoperabile. il padre sconvolto dalla notizia, sequestra letteralmente la figlia dalla tac e partono per un viaggio apparentemente senza meta se non con lo scopo di stare insieme, forse accusando il senso di colpa di non essersi accorto di nulla, nonostante la figlia viva con lui. ovvi momenti di sconforto si alternano a più frequenti momenti di gioia e felicità per culminare nella passeggiata sul valico tra svizzera e italia in cui la bimba viene lasciata sola e addormentatasi racconta di aver vissuto una sensazione extra-corporale. la famiglia si riunirà avvinghiandosi nell'utero materno della casa dei nonni in svizzera. ci sarà anche lucie la nuova compagna del padre che però non troverà spazio e sarà costretta a lasciare la casa e forse anche l'uomo. la forza del film è che non da soluzioni se non quelle tempoaranee e del momento in quella forzata riunione familiare che non sappiamo se continuerà. con un finale strepitoso in cui una dissolvenza in bianco difficilmente avrà forza maggiore, vien da pensare a distanza di 4 anni dal futuro suicidio della regista cosa stesse in effetti provando mentre pensava, scriveva e dirigeva il film. bravi gli attori, con menzione per la giovane marie kleiber. buone le musiche di bruno coulais.
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