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Il ponte delle spie

Regia di Steven Spielberg vedi scheda film

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La recensione su Il ponte delle spie

di hupp2000
9 stelle

Gran bel colpo, caro vecchio Steven! Quante volte ho sentito dire che i film di spionaggio hanno il difetto di essere tremendamente complicati, con trame contorte e colpi di scena a ripetizione che servono solo a disorientare lo spettatore. Qui, navighiamo in tutt’altre acque. L’appassionante vicenda, tratta da fatti relamente accaduti, è raccontata in modo lineare, senza il minimo omicidio o inseguimento, senza suicidi al cianuro, microspie e armamentari cui siamo stati abituati da questo genere di cinema. “Il ponte delle spie” è un film di personaggi splendidamente tratteggiati e di dialoghi ben scritti, sullo sfondo di una guerra fredda che dirige ogni azione ed ogni rapporto umano. Si passa dalla luminosa e leggermente isterica America della caccia alle streghe al gelo e allo squallore della Germania Orientale nei giorni che videro l’edificazione del famigerato muro. Tom Hanks è strepitoso nell’incarnare con acume la figura dell’avvocato James Donovan, personaggio deciso quanto disorientato, non tanto dal mondo d’altri tempi in cui viene catapultato, quanto dalle logiche politiche che ispirano le scelte ciniche e pragmatiche del suo stesso paese. Steven Spielberg introduce nel suo racconto avventuroso e ricco di colpi di scena una vera e propria lezione di filosofia del diritto. La deontologia professionale del suo James Donovan riesce a prevalere sul gioco ambiguo delle parti in campo. Nel finale, lo scambio dei prigionieri sul ponte del titolo è una tesissima partita a scacchi, un capolavoro di montaggio e scelta dei tempi. Quando Tom Hanks rientra finalmente a casa e, sfinito, si stravacca ancora vestito sul letto, lo spettatore ha voglia di cadergli accanto. Grande momento di cinema e grande abilità narrativa dell’autore. Perfetta la scelta di Mark Rylance nel ruolo della spia russa. Pacato e distaccato, quasi estraneo alle vicende che lo sballottolano dalla casa alla prigione, dagli Stati Uniti alla Germania, resta memorabile per la sua ripetuta risposta a domande del tipo “Lei non è preoccupato?” o “Non teme la sedia elettrica?” con un laconico “Servirebbe?”. E’ candidato all’imminente premio oscar come miglior attore non protagonista, ma deve vedersela con cavalli di razza come Mark Ruffalo e Christian Bale in due film che non ho ancora visto. Non so come andrà, ma di sicuro faccio il tifo per i fratelli Coen che, per questo film sono nominati per la migliore sceneggiatura originale. Il merito maggiore di questo film sta proprio nel modo in cui è stato scritto, prima che diretto. Poi, il caro vecchio Steven ci ha messo il suo tocco di grande regista.

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