Regia di Mario Mattòli vedi scheda film
La differenza fondamentale dai precedenti incontri fra Totò e Fabrizi (Guardie e ladri, I tartassati) sta nel fatto che, per una volta, i due personaggi partono alla pari: se prima c'era sempre un Fabrizi 'buono', uomo della legge, ed un Totò disonesto, ecco che questa volta entrambi rivestono il medesimo ruolo, privo di connotazioni particolari. E, come nei precedenti film, sono proprio i duetti fra i due grandi comici a fare la differenza in un lavoro dalla trama esilina e in cui non c'è spazio per nessun altro (nemmeno per i giovani d'oggi millantati nel titolo: i due ragazzi compaiono poco ed in maniera funzionale ai successivi sketch fra i due protagonisti, di altri 'giovani' non v'è traccia). Molto buono il ritmo, particina per Luigi Pavese, poco più che una simpatica comparsata per Oreste Lionello e voce narrante, attenzione attenzione, di Nino Manfredi.
Due fidanzatini vogliono sposarsi: un vero problema. Non tanto per loro o per le situazioni famigliari, quanto perchè dovranno presentare l'un l'altro i rispettivi padri. I due uomini sono avidi e taccagni, ipocriti e sbruffoni: il matrimonio verrà rimandato, annullato e infine celebrato, dinnanzi all'evidenza di un bambino in arrivo.
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