Trama
Nel 1764 la zarina Caterina II, l'amica di penna di Voltaire e Diderot, acquista 225 dipinti della raccolta d’arte di un mercante berlinese: nasce così in pieno secolo illuminista il primo germe dell’Hermitage, il Museo di San Pietroburgo che rappresenta una delle mete più amate dei viaggiatori di tutto il mondo. La zarina lo immagina come un luogo isolato, un eremo non lontano dalla Prospettiva Nevskij e con una magnifica vista sul fiume Neva: “un petit ermitage” dove godersi momenti di rigenerante riposo circondata solo da pochi amici intimi e da opere d’arte.
Note
250 anni dopo dalla sua nascita, l’Hermitage celebra il suo anniversario con tour cinematografico esclusivo che guiderà gli spettatori alla scoperta di alcuni dei 3 milioni di pezzi conservati nel sontuoso scrigno di San Pietroburgo. Da quel fatidico 1764 la collezione si è allargata a dismisura: la zarina Caterina non mancò infatti di allargare pian piano la preziosa raccolta. Né furono da meno gli altri zar della dinastia Romanov, che anno dopo anno arricchirono la collezione aprendola al pubblico a metà Ottocento, quando per le vie della città si incontravano i grandi scrittori russi, Puškin, Gogol, Dostoevskij, Tolstòj e Cechov. La parte più avvincente del documentario è la narrazione delle acquisizioni e delle storie di quei personaggi che protessero i cimeli da vendite, vandalismi e ruberie spesso a discapito della propria vita. Purtroppo, l’argomento è solo accennato e sempre coperto da un polveroso velo di nazionalismo: sarebbe stato molto più intrigante approfondire la questione, ma forse i tempi non sono ancora maturi. Peccato.
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