Regia di Benedetta Argentieri, Claudio Casazza, Carlo Prevosti, Duccio Servi, Stefano Zoja vedi scheda film
Il parco urbano di Gezi, a Istanbul, è un luogo simbolo dell’identità turca: qui rimangono gli ultimi acri che rievocano la demolizione del serraglio militare ottomano. Çapulcu - Voci da Gezi racconta l’occupazione pacifica degli abitanti - e la relativa repressione - seguita al progetto di trasformarlo in un centro commerciale. I cantieri partono il 28 maggio 2013 ma immediata è la mobilitazione per preservare il suo aspetto originario. Poche ore dopo la polizia inteviene duramente e brucia le prime tende. L’effetto automatico e spontaneo è l’aumento progressivo della protesta e della partecipazione popolare e l’inizio di un periodo di sensibilizzazione causato paradossalmente dai poteri forti dello Stato. Poco importa che alla fine, dopo 4.900 arresti e 8.038 persone ferite, le proteste hanno lasciato il passo alle imposizioni militari, perché successivamente forum di confronto sono nati in molti luoghi. Doc d’impostazione classica, Çapulcu parte dalla cronaca e si smarca (non sempre agilmente) dalla narrazione empatica, trasformandosi in un riuscito testo sull’istinto primario alla conservazione. Dei propri simboli e luoghi di appartenenza, chi per interesse ecologicisti, chi politici, chi semplicemente per sentire comune. Ne esce un ritratto vivido delle contraddizioni che animano la cultura repressiva da una parte e di Istanbul, crocevia di culture e biografie a cui si sta sottraendo la memoria storica con una urbanizzazione brutale e acritica e con la costante sottovalutazione del sentimento popolare.
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