Regia di Mario Amendola vedi scheda film
Un film indimenticabile, precursore del cinema americano anni '70 e ideale interprete del neorealismo di De Sica: la sofferenza provata da Totò e Macario è perfino superiore a quella di Maggiorani in "Ladri di biciclette", l'ipnotica capacità di reinterpretare i classici è prodigio cinefilo e la regia di Amendola è paragonale al Kubrick di "Arancia meccanica", al Welles di "L'infernale Quinlan", al Leone di "C'era una volta in America", non trovate? Mi domando cosa sia "Nashville" a confronto...
Prima che mi minacciate o cose del genere, vi comunico che un alieno si è impossessato di me e ha scritto questi dogmi in uno stato febbrile. In realtà è la prima reazione che mi è venuta in mente per digerire questo capitombolo cinematografico, purtroppo non l'unico di un attore che amo particolarmente come Totò. Me l'aspettavo un filmetto scollacciato e superficiale, anche perchè avevo visto "Totòsexy", un ideale sequel realizzato per lo più con gli scarti di questa pellicola, eppure l'impatto è stato più bruciante del previsto...
E' una sensazione di delusione che mi affligge spesso guardando qualche film dell'attore, e non perchè Tottò non sia eccellente, al contrario. E' pensare di vederlo ridotto al minimo che mi demoralizza, ovvero star seduto a improvvisare un sorriso e uno sketch per anticipare una lunga sfilza di spogliarelli femminili (ovviamente l'elemento più sensibilizzato da Amendola in "Totò di notte n.1").
Non succede frequentemente, ma qualche volta persino il cinema si dimentica di avere un'anima, come in questo caso. Per cui non ha importanza se il lato voyeurista emergerà più di quello comico, mortificando e snaturando i suoi due interpreti, nati per far ridere; non conta se le gag sono così usurate e improvvisate che sembra di mirare il tramonto della comicità (e di due comici), perchè Totò ha recitato per una vita intera in commedie dove la sceneggiatura era un canovaccio e il suo talento fungeva da regista e sceneggiatore al posto dei diretti responsabili, per cui farlo una volta di più interessa veramente alla gente?; non conta che alla fine Don Lurio ha curato le coreografie meglio (anche se non ci voleva molto) di quanto qualunque addetto della produzione abbia pensato al film: l'importante è servire il prodotto e darlo in pasto al solito pubblico, catturando magari una nuova fetta di pervertiti o guardoni non abituati ai tradizionali lungometraggi interpretati dal principe.
Non è cinema... è molto meno.
In molti dicono che sia un antesignano delle commedie sexy dei '70. Probabilmente è vero. Per questo vederlo fa ancora più male.
TUTTO!!!!
Forse il punto più umiliante della sua carriera. Ed è stato un comico da riscoprire. Qui viene utilizzato al minimo, meno che una spalla. Un momento che ad un attore (specialmente se ha dedicato una carriera a far sorridere) non dovrebbe capitare mai.
E' fenomenale come sempre, non lo nego. Riesce perfino a recuperare la fisicità e l'agilità delle origini quando, nella scena migliore del film, balla.. a modo suo... Vederlo è comunque un piacere per gli occhi.
Inesistente. Si limita a buttare la cinepresa dove serve. Al resto ci pensano gli attori o ritagli di strip presi da qualche parte. A confronto, il Russ Meyer di "Mondo topless" sembra Ingmar Bergman.
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