Regia di Alessandro Blasetti vedi scheda film
Un romanzetto di cappa e spada senza alcuna implicazione politica (tutti i nomi dei personaggi trattati, fuorchè quello del protagonista, sono di fantasia) nonostante il sottofondo storico sia assolutamente reale e nonostante la storia di Salvator Rosa non sia più di tanto digeribile per il regime. In epoca fascista e in piena seconda guerra mondiale era difficile proporre qualsiasi cosa al cinema, in Italia; Blasetti si accontenta di questa pellicola d'avventura e di amore con una manciata di interpreti di richiamo e un lieto fine scontato incorporato. Sullo schermo compaiono così Gino Cervi e due coppie celebri: quella già nota, formata da Paolo Stoppa e Rina Morelli, e quella che nasce proprio su questo set, quando Osvaldo Valenti incontra Luisa Ferida; in ruoli laterali anche Ugo Ceseri ed Enzo Billiotti. Come già detto, il film non prende alcun tipo di posizione se non quella del pubblico: concede azione, sentimenti e una conclusione romantica prescindendo da qualsiasi tipo di morale; la sceneggiatura del regista, di Corrado Pavolini (anche arredatore sul set, nonchè fratello del gerarca Alessandro) e di Renato Castellani (che è anche assistente di regia) è pertanto sì, riuscita, ma difetta anche quantomeno in coraggio. Novanta minuti che, a ogni modo, volano via spensieratamente. 5/10.
Il rispettabile pittore Salvator Rosa assume di tanto in tanto l'identità segreta del Formica, eroe popolare che difende i torti dei deboli e privilegia in particolare una bella duchessina. Qualcuno però intanto scopre il trucco.
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