Regia di Hamish Hamilton vedi scheda film
Un lungometraggio che narra una mostra d'arte è davvero una occasione per mettere a confronto il cinema con il mondo reale, e come lo si rappresenta. In tal caso si parla di una mostra divenuta oramai leggendaria, per la modernità di esposizione e per il soggetto scelto: David Bowie, nel bene e nel male uno dei musicisti pop più influenti del secolo. Il film ha quindi davvero delle ottime intenzioni, suffragate dalle scenografie fantastiche realizzate all'interno del V&A Museum. Chi scrive è stato a vedere l'esposizione in quel di Londra, e la pellicola in questione, almeno nella prima parte, ci permette addirittura di recuperare alcune cose che all'epoca ci erano sfuggite (lo storyboard che Bowie aveva scritto per un film post-apocalittico ispirato a 1984). Ma quando arrivano le interviste agli "esperti" il film rallenta, e tranne il geniale e simpaticissimo stilista giapponese Kansay Yamamoto, gli altri hanno davvero poche cose da dire, e si rifugiano in molte banalità. Peccato. Un consiglio: se amate Bowie, scovate in quale città del mondo è attualmente la mostra, comprate un biglietto aereo e correte e vederla.
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