Regia di Costanza Quatriglio vedi scheda film
Cineasta importante, Costanza Quatriglio, che già con il precedente Con il fiato sospeso (2013) aveva dimostrato di saper coniugare la ricerca espressiva all’impegno civile. Triangle, Premio Cipputi al Torino Film Festival 2014, prende il titolo dal nome di una fabbrica che un secolo fa, a New York, venne distrutta da un pauroso incendio. Morirono tra le fiamme 146 operaie, molte delle quali soffocate nei corridoi perché le porte erano chiuse dall’esterno così che nessuna, durante l’orario di lavoro, potesse allontanarsi. Cent’anni dopo, a Barletta, un altro maglificio crolla. Sotto le macerie restano in cinque, tutte donne anche questa volta. L’unica superstite, Mariella, è di fatto la narratrice, incalzata dall’autrice. La sua testimonianza inquadra condizioni di lavoro abusive e pericolose, oltre a una realtà, quella dei laboratori fantasma, molto diffusa nel nostro paese, non soltanto al sud e non solo nelle comunità cinesi. Benché la parte contemporanea del film appaia un po’ più convenzionale (la radicale originalità di Con il fiato sospeso ci aveva abituati bene...), il lavoro di ricerca e di montaggio “a specchio” delle immagini d’epoca, quelle appunto del Triangle e delle operaie dei primi del Novecento, è impressionante. A bruciare maggiormente però non è l’idea estetica, quanto il parallelo tra due eventi così lontani nel tempo. Oggi chi lavora muore a colori, ma rispetto a ieri sembra l’unica differenza.
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