Regia di Mario Mattòli vedi scheda film
"Io sprizzo salute da tutti i pori, sono uno sprizzaiuolo!"
[Totò]
Gennaro Piselli (Totò), napoletano trapiantato a Firenze e Gemma (Ave Ninchi), novelli sposini di seconde nozze dopo che, entrambi vedovi, si erano conosciuti al cimitero, trascorrono la luna di miele tra Napoli, Pompei e Capri. Tornati a casa a Firenze, però, si ritroveranno a dover subire le subdole macchinazioni dei rispettivi nipoti, che, ingolositi dall'eredità, ne osteggiano il matrimonio, non esitando, per mettere zizzania tra i due, a scatenare equivoci e contrattempi. Tratto dalla commedia in vernacolo fiorentino "Firenze-Trespiano e viceversa" di Emilio Caglieri dallo stesso scrittore insieme a Ruggero Maccari e Vincenzo Talarico (oltre alla collaborazione di Mattoli per i dialoghi), Totò cerca pace costituisce una delle collaborazioni meno brillanti tra Mattoli e Totò, che nei consueti toni stralunati della farsa confezionano un'innocua moraletta incensante le gioie del matrimonio, di modeste pretese già nell'esile ispirazione degli spunti satirici, infiocchettati da qualche guizzo d'humour nero che ne movimenta ogni tanto i siparietti più divertenti (Totò e Ave Ninchi che si fingono morti). La commedia scorre via, però, tra figurine appena abbozzate e macchiette più spiritose ad affiancare i due protagonisti (da Isa Barzizza a Paolo Ferrari, dall'esilarante Renzo Biagiotti a Enzo Turco, fino all'unico toscano del cast, l'esordiente Giovanni Nannini, futuro custode del cimitero in Amici miei atto II), con un Totò dalla verve più contenuta e meno spumeggiante del solito e una straripante Ave Ninchi. La battuta migliore? Una memorabile "Chi lascia la moglie morta per quella viva, sa quello che lascia ma non sa quello che triva"...
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