Regia di Peter Buchka vedi scheda film
Documentario sull'opera di Rainer Werner Fassbinder, precoce talento e poi genio maledetto del cinema tedesco e mondiale, morto precocemente a 37 anni eppure capace di lasciare un'eredità di oltre 40 pellicole dirette.
Non è bello vivere in un corpo umano è il titolo originale di questo documentario di Peter Buchka, già autore di qualche lavoro per la televisione tedesca e qui fine osservatore dell'opera di uno dei massimi registi suoi connazionali di sempre, cioè Rainer Werner Fassbinder. Oltre a suonare senz'altro meglio di L'ultimo giudizio di RWF, il titolo di partenza spiega con maggiore efficacia gli argomenti del film, una carrellata di dichiarazioni dello stesso oggetto dell'indagine e di scene tratte dai suoi film, alla ricerca dell'opinione fassbinderiana sul cinema, l'arte, il potere, l'autodistruzione, la religione, la sessualità, l'umanità. Impossibile inquadrare Fassbinder in maniera precisa, così come è sempre stato impossibile mettergli un guinzaglio da parte della critica; perennemente schierato solo a favore di sè stesso e del suo pubblico, qui il regista viene osannato per i suoi tanti meriti, ma anche colpevolizzato a dovere per i non pochi lati deboli, in primis quello che lo porterà alla prematura scomparsa, ovvero la predilezione per alcol e droga. L'ultimo giudizio di RWF dura solamente un'ora scarsa, ma trattandosi di un prodotto tv presumibilmente la lunghezza è stata imposta dalla produzione. 6/10.
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