Regia di Steno, Mario Monicelli vedi scheda film
Disavventure logistiche di una famiglia di senzatetto nel dopoguerra: dopo aver trovato sistemazione in vari alloggi precari (una scuola, un cimitero, uno studio di pittore, il Colosseo), grazie a una vincita può comprare casa, ma resta vittima di un truffatore. Aspettandomi una parodia del neorealismo, come tutti lo definiscono, sono rimasto un po’ deluso nel vedere uno dei tanti film che mascherano le proprie debolezze di sceneggiatura affidandosi al solito grande Totò: è un affastellamento di episodi sostanzialmente slegati tra loro, con una comicità antiquata, da sketch teatrale più che da cinema (es. la lunga sequenza da commedia degli equivoci nell’appartamento affittato a varie persone all’insaputa l’una dell’altra, o il finale da comica muta).
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