Regia di Camillo Mastrocinque vedi scheda film
Antonio Marchi, disperato, tenta il suicidio invano più volte; finchè, per un banale incidente, muore davvero. All'inferno il diavolo gli spiega che era l'ennesima reincarnazione di Marcantonio e, infatti, Cleopatra va subito a cercarlo. Ma all'inferno le disavventure di Antonio sono solo cominciate.
La prima collaborazione fra Totò e (Camillo) Mastrocinque, uso a firmarsi con il solo cognome nei titoli dei suoi film, è questo Totò all'inferno; commediola esile nella sostanza, a dire il vero, nonostante un team di scrittura piuttosto nutrito: oltre allo stesso protagonista, autore unico del soggetto, per la sceneggiatura intervengono il regista, Lucio Fulci, Vittorio Metz, Italo De Tuddo, Luigi Mangini e Francesco Nelli. Il risultato fu comunque così convincente che poco dopo, nello stesso 1955, uscì Siamo uomini o caporali?; ancora niente in confronto a ciò che succederà l'anno successivo, nel corso del quale le pellicole della coppia saranno ben quattro. Date queste premesse, non si può evitare di rilevare la pochezza di scenografie, costumi, dialoghi; anche la pellicola a colori viene riservata solamente per le sequenze espressamente ambientate all'inferno (non più di una ventina di minuti sull'ora e mezza complessiva di durata). Totò all'inferno è insomma l'ennesima variazione sul tema: trama pressochè inesistente e gag sbrigliate per il Principe; non che la formula sia poca cosa - ai tempi, pur disprezzati dalla critica, i film di Totò risollevavano i destini di case di produzione, distributori ed esercenti - ma a tutti gli effetti si tratta di qualcosa di già visto fin da subito, dall'uscita di questo lavoro. Nel cast compaiono anche Maria Frau, Dante Maggio, Franca Faldini, Ubaldo Lay, Galeazzo Benti, Mario Pisu, Nerio Bernardi, Giulio Calì, Aldo Giuffrè, Enzo Garinei; nel 1955 Totò compariva in sei pellicole: e per lui non si tratta neppure di un record. 3,5/10.
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