Regia di Mario Mattòli vedi scheda film
Come commedia funziona, anche se i limiti di mezzi sono evidenti: questi in fondo erano prodotti di 'serie B', eppure Totò è come sempre irresistibile. Partecipano alcuni corridori dei tempi, fra cui i mitologici Coppi e Bartali, e le gag di Totò al giro, che si ferma a pescare e nelle interviste insulta in maniera diretta i suoi avversari minimizzando le sue stesse imprese, sono da antologia. Specchio di un'Italia scomparsa nel nulla, dissoltasi fra sponsor e televisione, questo film vanta qualche affinità nella trama con il Faust ed utilizza un discreto cast: fra la Barzizza, Pavese e Mario Riva c'è anche il giovane Walter Chiari.
Totò, professore, è innamorato di una donna che esplicitamente gli dice che lo ricambierà quando lui vincerà il giro d'Italia. Detto, fatto: Totò vende l'anima al diavolo e, pur non avendo mai corso in bicicletta, diventa immediatamente un fenomeno. Nemmeno Bartali e Coppi riescono a stargli dietro.
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