Regia di Mario Mattòli vedi scheda film
Probabilmente il primo esempio (o uno dei primi) di commedia sportiva, in anticipo sui vari "Allenatori nel pallone" e "Presidenti del Borgorosso". Qui il Professor Antonio Casamandrei (Totò), rifacendosi al mito di Faust, vende l'anima a un diavolo veneto e bonaccione (Carlo Micheluzzi), chiamato Filippo, per vincere il Giro d'Italia e conquistare così l'amore dell'amata Doriana (Isa Barzizza) già in coppia con Bruno (Walter Chiari), a sua volta amato follemente dalla sorella di Doriana, la vincitrice del titolo di MIss Italia, Gisella (Fulvia Franco). Incapace di salire su di una bicicletta, il Professor Casamandrei, può soltanto vendere l'anima al diavolo se vuole trionfare nella corsa rosa, e lo fa dietro il consiglio svogliato di Renato Stella (Mario Castellani), ciclista dilettante e interessato più ai soldi del professore che non a insegnargli ad andare in sella.
Ultimato il contratto, Antonio vincerà il Giro d'Italia in cambio dell'anima... ma nel contratto non vi è alcuna menzione sull'amore di Doriana, la quale, vedendolo vincere senza alcuno sforzo le varie tappe, è incuriosita, e una volta capito che il pover'uomo ha le ore contate, dato che il contratto con il diavolo prevede la sua morte poche ore dopo la vitoria del Giro, ne resta poco alla volta conquistata, cercando di salvargli l'anima, con l'aiuto di Renato e del suo massaggiatore, tentano ogni gabola possibile pur di fregare il furbo diavolo... a salvarlo però, sarà la madre del professore (Giuditta Rissone) che addormenterà il diavolo Filippo con la camomilla e permettendo a Fausto Coppi e Gino Bartali di superare il figlio, che addirittura cade illeso dalla bici ma è impossibilitato a continuare la gara, e con l'aiuto di due deus ex-machina d'eccezione: l'imperatore Nerone (Luigi Catoni) e il sommo poeta Dante Alighieri (Carlo Ninchi), si salva da una gita di sola andata all'Inferno. Una commedia piacevole e con varie apparizioni speciali: oltre ai citati Coppi e Bartali, si vedono pure Fiorenzo Magni, Luison Bobet, Alberic Schotte, il celebre automobilista Tazio Nuvolari, e Mario Riva.
Oggi si tenta di fare film simili, ma il fascino di questo resta irraggiungibile.
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