La recensione su Cop Car

di LucaJazz94

8 stelle

Jon Watts: autore, mestierante o regista mediocre?

Trama

Due ragazzini di dieci anni, girovagando in un campo desolato, scoprono un'auto della polizia abbandonata. Dopo il successivo ritrovamento delle chiavi, la rubano, non sapendo che l'auto appartiene ad uno sceriffo che nasconde un corpo nell'auto. Sarà l'inizio di un pericoloso inseguimento...

Recensione

Dal regista Jon Watts che esordì nel 2014 con l'abbastanza mediocre Clown (che aveva giusto qualche buona idea), mi aspettavo davvero poco da questo film, invece in questa sua seconda opera, il regista statunitense trentaquattrenne si supera, facendo un notevole passo avanti.

Parlando della storia, la narrazione seppur esile, mi è parsa piuttosto atipica ma interessante, dove il lungometraggio più che narrare in modo specifico, lascia intuire allo spettatore lo svolgersi iniziale degli eventi grazie a piccoli dettagli, senza dare spiegazioni con una sceneggiatura intricata e articolata.

Il film inizia in modo piuttosto convincente, con i dialoghi-imprecazioni in fuori campo dei due ragazzini, proseguendo poi per tutta la parte dove vediamo gli stessi che giocando, trovano l'auto dello sceriffo. Fin da subito, la parte iniziale, quindi, pare davvero ben fatta. Dopo pochi minuti dall'inizio, un flashback, ci fa intuire il come e il perché lo sceriffo Kretzer (Kevin Bacon) sia arrivato in quella radura isolata, prima del ritrovamento della macchina da parte dei bambini; questa sequenza è favolosa e vede un Kevin Bacon che per tutto il film resterà credibile e calato nel personaggio, con i suoi baffoni e occhialoni da sole, donando all'attore un look davvero "scenico". Anche la parte centrale, essendo ben fatta, senza smorzare il ritmo, ci porterà alla bellissima sequenza finale, in crescendo, con una buona dose di pathos. I tempi sono buoni, anzi quasi perfetti, l'interpretazione di Bacon è straordinaria e anche quella dei giovani bambini interpretati rispettivamente dal duo James Freedson-Jackson e Hays Wellford non è di poco conto.

Pare riuscito, anche e soprattutto il comparto tecnico e visivo del film: buoni ed essenziali i costumi e la scenografia, la fotografia appare dosata, per nulla sovraesposta o patinata, con cambi di fuoco davvero di mestiere (da notare l'interessante inquadratura, verso l'inizio, dove Bacon parlando al cellulare, ad un certo punto va fuori scena e mentre lo sentiamo in fuori campo, l'inquadratura rimane completamente sfocata per poi ritornare a fuoco una volta che il corrotto sceriffo ricompare).

lo sguardo in macchina è anch'essi notevole, con una regia che rispetto al precedente film del regista, risulta più autoriale, ferma, "statica", composta da delle inquadrature ben fatte, che saltano all'occhio fin da subito, catturando l'attenzione dello spettatore. Per finire anche il montaggio pare ottimo, risultando né lento né soprattutto frenetico.

Insomma, imparando dai precedenti sbagli, Watts, dà vita ad un vero on the road, che dalla durata di appena 1 ora e 28 minuti circa, scorrendo con disinvoltura, non annoiando e non apparendo pretenzioso, ci racconta, oltre al thriller, una storia di formazione da parte dei due ingenui ragazzini, scoprendo che spesso quella che dovrebbe essere una figura autorevole e di tutela per la salvaguardia della società, in realtà appare più intenzionata a salvaguardare i propri loschi interessi, agendo a discapito della propria immagine; va detto poi, che il talentuoso Kevin Bacon (lo stesso che interpretò Sean Devine nel capolavoro Mystic River o Tom Witzky nel sottovalutatissimo Echi Mortali), rimane uno degli attori più bravi di sempre, con un'espressività innata e un volto propenso a qualsiasi ruolo.

Da vedere.

Voto 8