Regia di Joachim Trier vedi scheda film
FESTIVAL DI CANNES 2015 - CONCORSO
L'interessante regista norvegese Joachim Trier, autore degli interessanti Reprise e di Oslo, 31. August, che ho avuto modo di vedere tempo addietro, girà per la prima volta in territorio e lingua statunitensi e ci racconta, pure lui nel Concorso della disgregazione di una famiglia in seguito alla morte (accidentale? premeditata?) della famosissima madre di famiglia, fotografa di guerra talentuosa e celebratissima, finita uccisa tra le lamiere dell'auto in seguito ad un tremendo frontale con un autocarro. Il film si intitola LOUDER THAN BOMBS.
Una retrospettiva dedicata all'artista, organizzata a tre anni dal decesso, riunisce i tre maschi della famiglia (padre e due figli maschi), che non riescono più da anni ad avere un dialogo, specialmente tra il padre ed il figlio minore, insicuro e chiuso soprattutto col genitore, sotto il cui tetto continua a vivere ma col quale non ha intenzione di instaurare alcun rapporto di confidenza.
Trier mette sul fuoco tanta carne, troppa in effetti, e la materia, complessa e delicata, finisce per scappargli di mano svilendosi in continui sbandamenti a causa soprattutto di sotto-storie che non fanno che complicare e rendere sempre più indigesta una storia di un lutto inaccettabile, che nasconde un segreto ancora più difficile da prendere in considerazione senza perdere la calma.
Tra l'ottimo cast coinvolto, che vede nei panni della defunta celebre reporter fotografica l'attrice francese Isabelle Huppert, e Jesse Eisemberg nei panni del figlio maggiore della coppia, soltanto Gabriel Byrne, il padre che cerca di riaccordare i fili di un dialogo tra quel che resta della propria sfilacciata famiglia, sembra quello più coinvolto e partecipe; ma il film, prolisso e tortuoso, frammezzato da flashback e da corollari intesi a presentarci più a fondo i vari protagonisti devastati dalle rispettive insicurezze e nevrosi, finisce per tediare, ed conseguentemente per emozionare davvero molto poco.
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