Regia di Daniele Luchetti vedi scheda film
Biografia di Jorge Bergoglio, dall'infanzia in Argentina al sacerdozio, fino all'elezione nel 2013 come Papa.
Co-produzione in medio-grande stile fra Italia, Germania e Argentina, Chiamatemi Francesco è una sorta di kolossal televisivo impropriamente prestato al grande schermo; per la parte nostrana sono in campo la Taodue di Pietro Valsecchi e la Medusa Film di Berlusconi: tanto basta a definire l'ampiezza della portata dell'opera, ovverosia la massima per il Belpaese. E anche la scelta di Daniele Luchetti come regista, per quanto ottimo nome del nostro panorama, è tutt'altro che scontata (e similmente non è detto sia la più azzeccata), in quanto il suo curriculum parla di pellicole impegnate, civili, anche politiche (La scuola, Arriva la bufera, La nostra vita) e con un occhio sempre puntato alla contemporaneità: non il primo regista che può venire in mente per la bio/agiografia di un Papa. Eppure Il Papa della gente (questo il demagogico e futile sottotitolo scelto per l'opera) risulta lavoro senz'altro compiuto, magari troppo patinato sia nella forma che nei contenuti (da cui l'osservazione in incipit sulla confezione pseudo-televisiva), ma frutto di una sceneggiatura del regista e di Martin Salinas - che partono dalle memorie di Bergoglio - che scende sufficientemente in profondità nel raccontare l'uomo dietro alla figura pubblica. Rodrigo de la Serna e, nella parte finale, Sergio Hernandez si spartiscono, facendo bene, il ruolo centrale; nel cast molti altri nomi non molto noti al pubblico italiano (Alex Brendemuhl, Mercedes Moran, Pompeyo Audivert, Maximiliam Dirr). 5/10.
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