Regia di Daniele Luchetti vedi scheda film
Bel film che ho visto due giorni fa in sala. Discordo col voto di mediocre dato da Film TV perché anzitutto, è piacevolmente illuminante su un'icona amatissima da credenti e no, di cui abbiamo bisogno di conoscere il passato prossimo e remoto, soprattutto per scoprire se la sua "apparente calma" e la "sua apparente semplicità" derivino da ispirazione divina o da decenni di disciplina caratteriale e spirituale. Il film suggerisce che esse sono un misto di ambedue.
Secondo, perché la vita di Bergoglio giovane coincide con il periodo di una delle più sanguinarie dittature, quella argentina, che siano accadute e naturalmente passate sotto silenzio. Sì, ci siamo tutti commossi coi desaparesidos, ma tutto è finito lì. Persino i libri di scuola gli dedicano poche righe!
La narrazione è un po' troppo lineare (forse si poteva fare di più al montaggio), con un solo feed bach, ma la sceneggiatura, senza essere trascendentale, trascina lo stesso ed attira lo sguardo ed il cuore dello spettatore. Ottima la ricostruzione storica dei vent'anni di dittatura, ben ambientati e ben ricostruiti anche dagli attori coprotagonisti, con quel giusto mix di melò e di violenza che è giusto ci sia. Gli attori protagonisti sono molto bravi (a me perfetti sconosciuti, come lo sono le cinematografie africane e centro - sud americane); forse più incisivo l'anziano del giovane, ma è una questione soggettiva. Il regista dirige con metodo gli attori, non con genio, ma con un onesto artigianato... di questi tempi è già molto! Il film descrive e narra, non vuole convincere e anche questo è già un buon risultato. Per i miei gusti, è un po' troppo patinato, ma ci si passa sopra. Se proprio vogliamo far un paragone, mi ha dato più emozione il Romero (anni '80) sull'assassinio dell'arcivescovo Romero, ma questa pellicola è più completa.
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