Regia di Steno vedi scheda film
Il principale dettaglio positivo del film è l'avvento del colore nelle pellicole italiane. Viene inoltre ricordato come uno dei più validi contenitori del repertorio macchiettistico del grande Totò. Ma i limiti di un film del genere sono pur troppo evidenti: la trama è pretestuosa e disarticolata, l'impostazione stessa delle scene è prettamente teatrale, come si trattasse di un documentario sulla rivista di quegli anni, con al centro ovviamente un solo protagonista. Attorno a Totò ruotano via via i vari comprimari, spalle valenti su cui poggiare il talento sconfinato del comico napoletano; ma il film dov'è? Materiale da antologia a più riprese, ma già dal titolo si capisce che si tratta di un'operazione più 'di recupero' (di sfruttamento di un repertorio unico ed inimitabile, meglio ancora) che di reale cinema.
Antonio Scannagatti, Maestro, compositore e personaggio eccentrico, tenta a lungo e invano la scalata al successo. Sbeffeggiato da tutti, grazie ad un colpo di fortuna (e all'editore musicale Tiscordi) arriverà finalmente al successo e con esso al trionfo popolare.
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