Regia di Luigi Magni vedi scheda film
Poco apprezzato dai critici, ancor meno di altri film di Magni che invece a me piace, questo riflette bene le migliori caratteristiche del regista, un umorismo non volgare, una critica sociale e politica che deride fanatismi e servilismi senza acredine, sempre comprensiva e tollerante. Mereghetti rimprovera "l'aspro passaggio dai toni iniziali della commedia a quelli drammatici del finale", ma la Tosca finisce così, e anche nel finale Magni riesce ad attenuare il dramma ed eliminare il melodramma, riprendendo il bel motivetto d'amore che già dominava i precedenti incontri fra di due amanti e inserendo qualche battuta agrodolce e qualche sorriso, dalle considerazioni dei carcerieri sul loro sgradevole mestiere e sul cinismo dei loro capi alla conclusione non del tutto inattesa dato che tutti sanno come deve finire, ma neppure banale, ben accompagnata dalle immagini: "attenta che cadi!", mentre lei avanza sul colmo del tetto; "non cado: mi butto" detto con calma, ma visto solo da lontano come in una foto ricordo di Roma… Né è vero che "Puccini non c'entra" (Morandini): certo, la musica non è sua, ma il film sviluppa quel sapore umoroso che molti rifiutano di leggere in Puccini sotto l'enfasi melodrammatica piccolo-borghese che egli ama indossare.
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