Regia di Bruno Mattei vedi scheda film
Pierre le Blanc, il regista di questo soft-porno da due soldi, altri non è che Bruno Mattei, nascostosi sapientemente dietro l'ennesimo pseudonimo esterofilo. Non c'è dubbio che di lui si tratti per due semplicissime ragioni: tre anni prima Mattei (con l'alias Vincent Dawn) aveva diretto un Belle da morire che nulla c'entra a livello di trama con questo lavoro, ma quanto meno lo giustifica a livello di titolo; in secondo luogo, il produttore (e soggesttista e sceneggiatore) è Gianni Paolucci, sodale di Mattei da lungo tempo con il marchio La perla nera films. Anche in questa occasione si rasenta il nulla, cercando di imbastire una storia pesantemente erotica - gli accoppiamenti sessuali sono abbastanza espliciti, anche se non si arriva mai all'hard vero e proprio, e avvengono con una frequenza estenuante - utilizzando poche e confusissime idee, qualche avvenente attricetta e qualche maschio collega di dilettantismo attoriale, nonchè mezzi e tecniche a dir poco rudimentali (luci a casaccio, netta prevalenza di interni, inquadrature sapienti in fatto di voyeurismo, etc.). Come prevedibile, certo, Belle da morire 2 è un lavoruccio (-accio) miserrimo e dedicato a un pubblico onanista o completista - suo malgrado - della sterminata opera di Mattei; si segnala a favore di quest'ultima categoria di spettatori la presenza in uno dei ruoli centrali del sempre disastroso Antonio Zequila, per l'occasione rinominatosi Anthony Fontaine. A titolo di curiosità, Zequila era già incluso nel cast di Belle da morire, ma non in quello girato qualche anno prima dallo stesso Mattei, bensì nell'omonimo - e non molto migliore qualitativamente - realizzato da Riccardo Sesani nel 1992. 1/10.
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