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A Rose Reborn

Regia di Chan-wook Park vedi scheda film

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La recensione su A Rose Reborn

di alan smithee
6 stelle

FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA - EVENTI SPECIALI

 

PARK CHAN-WOOK è un nome che merita i caratteri cubitali: una personalità cinematografica spiccata che ha generato deliri cinefili e fans sfegatati che anche oggi accorrono in massa per non perdersi il suo ultimo piccolo lavoro: un film su commissione; un corto che altro non è che uno spot lungo e lussuoso, bizzarro e maliziosamente virile, commissionato dalla Maison Ermenegildo Zegna al regista della trilogia della vendetta, per elevare a culto gli splendidi vestiti e le stoffe pregevoli che scaturiscono dalle produzioni del celebre brand.

locandina

A Rose Reborn (2014): locandina

Un uomo d'affari bello, giovane e spregiudicato (Jack Houston), ha tra le mani uno straordinario e misterioso brevetto che intende cedere al miglior offerente. Tra i contendenti, alcuni suoi uomini via skype gli consigliano un misterioso signor Lu, e dunque l'uomo si prepara ad incontrarlo. Da Londra, dove l'uomo si fa predisporre un abito perfetto fatto su misura, l'uomo parte in business class per il Wyoming, ove è costretto a scendere in una miniera per incontrare un enigmatico emissario di mister Lu. Per suggellare un patto di intenti i due uomini si scambieranno le rispettive giacche. Poi in un museo di una città orientale per celebrare la riuscita del contratto i due si scambieranno i pantaloni, tra l'ilarità o lo sconcerto degli altri visitatori. In una tasca inoltre il manager troverà un fazzoletto di seta con ricamato un indirizzo che lo porterà a Milano, presso il cimitero monumentale. Ivi, in un luogo di morte, l'uomo farà vedere a Lu la sua ingegnosa invenzione: uno strumento che immagazzina acqua e vita, potendo ridare la vita ai deserti, facendoli rifiorire. Le rose dunque torneranno a rivivere. Eccentrico come è plausibile possa risultare uno spot, il piccolo film è girato con la perizia che caratterista il gran regista, non può che ritenersi riuscito, nonostante una trama densa e fuorviante che non rinuncia ad esaltare e valorizzare la capacità di vestire del prestigioso marchio italiano.

 

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