Regia di Luca Viotto vedi scheda film
Non è la riproposizione del rito di canonizzazione, questo prodotto Sky 3D e Centro televisivo vaticano. È un ritorno, una festa d’anniversario, che celebra l’evento e i protagonisti: i due santi Roncalli e Wojtyla, papa Francesco, chi ha organizzato quel 27 aprile 2014 e chi l’ha testimoniato, ovvero Sky Tv. Monsignor Viganò, direttore del CTV, ci accompagna tra commenti e immagini d’archivio come la guida di un museo, con il tono esclamativo del presentatore tv, sciorinando lessico glorificante en pendant con il tono solenne del narratore Giannini. Aldo Grasso riassume con piglio didattico le caratteristiche comunicative dei pontefici, Gianni Canova legge il 3D della diretta cinema e tv come tentativo di evoluzione storica delle architetture sacre (non è fuori luogo: l’essenza del cristianesimo è fedele alla fascinazione estetica, come comprese il pontificato panvisibilista di Wojtyla), Pupi Avati nel ruolo di regista CEI definisce i papi in gioco, 4 con Ratzinger, «star del sacro» e Dario Fo canta un elogio laico a Bergoglio. Poi, per venire incontro a un presente di opinionisti e a un paese calciocentrico, ci sono Dario Tommasi, Paolo Rossi e Javier Zanetti. Incomprensibilmente. Ne esce comunque uno spot tronfiamente agiografico e goffamente autoparodico: perché le immagini del rito, nell’era in cui le immagini restano, erano autosufficienti. E questo è un inutile barocco mausoleo di un rito, sotto un papato che opera sullo spogliar la retorica, francescanamente.
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