Regia di Gaetano Di Vaio vedi scheda film
Gaetano Di Vaio ha avuto una gioventù difficile. Cresciuto nella periferia più degradata di Napoli, ha passato sette anni in carcere per spaccio e rapina, dopo essere passato per il riformatorio e le comunità di recupero per tossicodipendenti. Animato da un passato tanto difficile, il regista che abbiamo visto anche recitare in film come 4-4-2, La bas e Take five (nei quali, quasi inevitabilmente, interpretava dei criminali con forte accento partenopeo) si reca nei Quartieri Spagnoli del capoluogo campano, per osservare più da vicino quei giovani poco più che ventenni che tanto gli ricordano il suo faticoso passato. Operazione di recupero sul sociale più che encomiabile, servita tuttavia da un'inadeguata costruzione filmica. Il documentario cede infatti il passo a un verismo cronachistico eccessivo, fatto di ritagli del quotidiano dei ragazzi - quasi tutti disoccupati e pochissimo scolarizzati - e dei loro racconti, ma manca di quel quid sociologico che avrebbe fatto del film un'opera sul significato della redenzione complementare a Gomorra, magari necessaria.
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