Regia di Marco Dutra vedi scheda film
FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA - MONDO GENERE
Un film certo interessante, ma non per questo riuscito completamente. Certo le atmosfere cupe, gli oggetti kitch che abitano una casa come tante, nascosti in cassetti come per dimenticarsi di un passato scomodo o imbarazzante, risultano davvero piuttosto efficaci e attanaglianti. Junior è un ragazzo sui trentacinque che fa ritorno nella casa paterna a San Paolo dopo un matrimonio fallito. Suona per farsi aprire dal padre, in uno stabile borghese affacciato su un parco dal quale provengono urla strazianti di un folle. Il genitore è vedovo da qualche anno, ma ancora attivo e dinamico, tanto da non gradire troppo il figlio tra i piedi mentre lui ha da tempo affittato la sua camera ad una bella studentessa; inoltre l'uomo frequenta una matura vicina di casa che gli fa pure da mangiare. Tuttavia il padre ospita il figlio a dormire in salotto sul divano, distante da un misterioso angusto sgabuzzino colmo di mille ricordi della precedente vita familiare.
Ma bastano poche ore per far riaffiorare nel giovane i tetri ricordi del passato legati a pratiche esoteriche che la madre praticava davanti a lui e al fratello, ora tenuto in un manicomio in quanto non più in grado di interagire col mondo esterno. Marco Dutra eccelle nel confezionamento e nella predisposizione delle atmosfere, che risultano davvero inquietanti; ma si perde poi proprio dietro di essere evitando di aggiungere quella concretezza alle situazioni che seguiranno, in modo da dare un po' di corpo ad una vicenda che ha solo l'anima, ma manca di sostanza.
Fatto sta che questa sospensione, questa attesa estenuante, crea un po' di disagio o nervosismo (e al sesto film in un giorno, concedeteci che un po' di nervosismo sia facile ad accendersi in noi), allontanando la soddisfazione che le premesse felici facevano sperare o auspicare.
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