Regia di Thomas McCarthy vedi scheda film
Ogni tanto ci sono dei bei film, da non perdere, che fanno anche riflettere, pure sulle miserie italiche. Questo è uno di quelli.
Mi immagino sia andata così: il titolista italiano non ha visto il film, o l’ha visto distrattamente, e/o col forward. Poi, preso dalla sua pazzia, ben nota, invece di lasciare Spotlight, titolo originale, l’ha chiamato Il caso Spotlight, anche se nel film non c’è nessun “caso Spotlight”, ma il nome si riferisce alla squadra di giornalista del Boston Globe incaricata di fare le inchieste più rognose e “d’assalto”. Magari qualcuno l’avrà poi fatto notare, al titolista folle, ma questi avrà pensato, ma chi se ne frega, a chi interesserà questo film? Gli è andata male, molto male, perché questo film ha vinto alla fine l’Oscar 2016 per il migliore film e la migliore sceneggiatura, oltre a varie nomination non andate a buon fine.
Al di là dello stupido titolo italiano, è un gran film. Tratto da una storia vera, narra di come i giornalisti, pungolati dal nuovo direttore, approfondiranno l’indagine sulla pedofilia nella Chiesa, ben presente a Boston come altrove, ben nota alla stessa Chiesa, che però aveva (ha?) l’abitudine di insabbiare tutto e semplicemente mandare il pretazzo pedofilo a inculare bambini in un’altra diocesi. Il tutto con complicità di …di tutti, in definitiva, genitori compresi (brucino tutti ma tutti all’inferno, visto che ci credono).
Un gran bel film, a cui darei 8, perché non va perso, ma dato l’argomento e come lo tratta, darò alla fine 9, che avercene di film così. Avercene anche di giornalisti così, sarebbe da dire, ormai quasi estinti in Italia o messi in condizione di non nuocere. Però in USA intanto diedero loro il Pulitzer, nella realtà….altro Paese, altri usi e costumi, altra libertà di stampa, altra professionalità. Film costato nulla ed andato bene anche al botteghino. Bell’Oscar, complimenti all’Academy.
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