Regia di Thomas McCarthy vedi scheda film
Onesto docu-film e mi fermerei qui.
Quando un film è costretto dentro i binari della narrazione di una storia vera il compito non facile di sceneggiatura e regia diviene quello di raccontare quei fatti (che nel caso specifico non si prestano ad alcuna “spettacolarità filmica”) in modo efficace e comprensibile. Questo film raggiunge l’obiettivo essendo buono in tutto senza eccellere in niente ma, onestamente, la sfilza di candidature rimediate (e addirittura l’Oscar al miglior film) sembrano più legate al tema trattato piuttosto che a particolari qualità della pellicola ma, si sa, gli Oscar obbediscono spesso a prodotti cinematografici con caratteristiche che questo film sembra soddisfare appieno. Attori bravi con una menzione particolare a Mark Ruffalo. Tutto ok, nulla di superfluo, le due ore scorrono via con sufficiente leggerezza attribuendo il giusto risalto a quel giornalismo d’inchiesta che ha spesso riesumato nefandezze custodite in sepolcri dimenticati.
Sul tema non v’è molto da dire e tanti rappresentanti della Chiesa cattolica ne escono malconci ma, se mi è permessa una riflessione del tutto personale, ogni assunto o dogma che debba necessariamente transitare nella sua diffusione e testimonianza per l’umana intercessione, sarà quasi sicuramente sporcato dall’imperfezione propria della specie e ciò diviene particolarmente doloroso e inaccettabile quando le perversioni riguardano dei divulgatori di ben altri valori; senza contare la vergognosa copertura che sembra abbiano ricevuto.
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