Trama
2035, Kurt e Eva vivono oltre la barriera europea. Sono considerati "non sostenibili" in un mondo diventato estremamente cinico dopo la profonda crisi economica globale. Eva è incinta e, per assicurare un futuro migliore al loro bambino, decidono di provare ad entrare in Europa illegalmente. Il loro tentativo fallisce, e sono catturati e separati. Kurt, prigioniero in un centro di detenzione temporanea, riesce a scappare e a liberare Eva, causando la ribellione dei ‘non sostenibili’.
Approfondimento
INDEX ZERO: UNA PROIEZIONE REALISTICA DEL PRESENTE DISTOPICO
Diretto dall'esordiente Lorenzo Sportiello e scritto dal regista con Claudio Corbucci e Francesco Cioce, Index Zero racconta la storia di un uomo e una donna che, in un futuro prossimo post-crisi economica globale, vogliono entrare illegalmente negli Stati Uniti d'Europa per dare un futuro al figlio che lei ha in grembo. I due affrontano un lungo e disperato viaggio riuscendo a superare il confine ma sono catturati dalla polizia dell'immigrazione, che li reclude in un centro di detenzione temporanea e li costringe a separarsi. Nell'anno 2035, le loro vicende si dipanano sullo sfondo di un'Europa in cui a ogni cittadino è assegnato un indice di sostenibilità, basato sullo stato di salute e le capacità produttive personali, e in cui la gestazione dei bambini avviene in uteri artificiali per non far perdere alle donne nove mesi di produttività (una donna incinta è considerata 'non sostenibile' e deve essere espulsa: l'unica strada per integrarsi è divenire 'sostenibili' e raggiungere, quindi, l'indice zero).
Girato in sette settimane a Sofia con la direzione della fotografia di Ferran Paredes Rubio, le scenografie di Fabrizio D'Arpino e i costumi di Giuseppe Avallone, Index Zero è stato presentato nella sezione Prospettive Italia del Festival di Roma 2014 ed è così descritto dal regista stesso: «La mia volontà è stata quella di girare un film di genere con un approccio intimista, europeo. Una fantascienza umanista dove la messa in scena è realistica e la rappresentazione del futuro il più naturalistica possibile. Anche il notevole impiego di effetti visivi è invisibile, totalmente al servizio della storia.
La narrazione è in una soggettiva rigorosa che punta sul minimalismo del racconto, senza didascalie. La stessa carenza di dialoghi e di spiegazioni introduttive è un modo per rimanere legati alle immagini e alle loro emozioni, cercando di evitare le convenzioni del racconto cinematografico. Lo spettatore viene accompagnato a scoprire le regole del ‘mondo’ in cui si muovono i protagonisti insieme a loro. Attraverso lo sguardo di due immigrati si vogliono raccontare i temi più attuali legati al futuro dell’Unione Europea e alla sostenibilità delle economie e delle genti.
È ovvio, infatti, che il genere fantascientifico ci abbia permesso di parlare in modo metaforico di quello che oggi avviene sotto gli occhi di tutti. Lo stesso concetto di sostenibilità, che è attualmente percepito dal pensiero comune come un valore necessario, lo abbiamo riconsiderato cercando di immaginare cosa succederebbe se fosse portato alle estreme conseguenze.
Index Zero non vuole essere una rappresentazione distopica del futuro, ma una proiezione realistica del nostro presente distopico».
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