Regia di Stuart Millar vedi scheda film
Per quanto il primo Grinta mi era piaciuto, come western crepuscolare orgoglioso di proporre i vecchi "valori" della frontiera in un mondo che oramai diffida delle maniere spicce, benché efficaci, dell'anziano sceriffo federale, così non mi è piaciuto proprio per niente questo secondo capitolo, chissà perché dotato, nel titolo italiano dello spagnoleggiante articolo "el". Il primo episodio delle avventure di Rooster Cogburn godeva di una certa originalità, con la figura della ragazzina (una pimpante Kim Darby) alle prese con le asprezze del West, e con la robusta regia del veterano Hathaway. Torna "El Grinta" mi ha ricordato certi film dell'ultimo periodo di Alberto Sordi regista e protagonista, laddove il vecchio divo è spesso costretto a commentare le battute con una risata bonariamente catarrosa. Bando, poi, ad ogni originalità, il lavoro diretto dal milite ignoto Stuart Millar si ispira apertamente a La regina d'Africa, mettendo al fianco di Wayne proprio Katherine Hepburn. Dopo un primo momento di incomprensione, il vecchio sceriffo non fa che sdilinquirsi in complimenti per l'anziana missionaria, la quale, per parte sua, non fa altro che rimproverarlo per il fatto che beve troppo e si lava poco.
Il canovaccio è stravisto e viene a noia abbastanza presto. La trama di caccia ai banditi è tutto sommato un pretesto per far interagire i due anziani divi.
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