Regia di Stuart Millar vedi scheda film
Innanzitutto il mistero della traduzione italiana che muta il famoso epiteto "Il Grinta" con un'espressione spagnoleggiante: molto coerente con un film ambientato in Arkansas e peraltro girato in Oregon. In ogni caso a parte i titolisti italiani, questo film arriva come penultima pellicola del Duca (che per nostra fortuna l'anno successivo girerà a chiusura della sua carriera uno di più bei western mai realizzati, Il pistolero con ben altri toni e risultati): già da anni il livello dei film interpretati dal grande attore era inesorabilmente declinato, aveva chiuso il decennio precedente appunto con Il grinta un solido film, sebbene lontano da certi capolavori, era arrivato il buon successo commerciale de Il grande Jake, nonostante fosse una storia senza particolari sorprese, più moderno invece il taglio de I cowboys con un'inusitata conclusione sanguinosa ai danni proprio del protagonista. Allo stesso tempo questi film erano accompagnati da titoli davvero dimenticabili, primo fra tutti La stella di latta, che lascia davvero perplessi anche come sviluppo della vicenda, ma anche certe incursioni nel poliziesco (visto l'arrivo di Clint Eastwood che aveva di fatto spodestato Wayne dall'olimpo del genere d'azione), in particolare Ispettore Brannigan: la morte segue la tua ombra che sembra davvero ripescare una sceneggiatura di 20 anni prima. Questa premessa per dire che con Torna "El Grinta" la produzione prova a riciclare la vicenda de La regina d'Africa (appunto di 20 anni prima) con Wayne al posto di Bogart dove i battibecchi contano più dell'azione, del resto i protagonisti alla soglia dei 70 anni non potevano fare molto di più (ricordiamo sempre che Wayne era da un decennio senza un polmone e che tra scene a cavallo ecc se la cava ancora discretamente). Il regista quindi sembra più attento a filmare dei bei paesaggi che non a esplorare una trama che punta su toni abbastanza brillanti e di certo non cerca la tensione. Ribadisco che già Il Grinta non si poneva come un film di chissà quale innovazione, anzi una struttura piuttosto classica ed una fase iniziale dove fatica parecchio a decollare, tuttavia l'approccio era ben più strutturato e "di mestiere" con un regista come Henry Hathaway e dei buoni collaboratori. Una curiosità su questo film: il regista Peter Bodganovich, nel libro intervista Chi c'è in quel film? dedica parecchio spazio ad una lunga intervista con John Wayne ed al suo rapporto di amicizia col divo di hollywood. Bodganovich racconta di essersi sempre pentito dall'aver rifiutato la direzione di questa pellicola, che avrebbe potuto far sperare in un'esito diverso di realizzazione. A questo aggiungo un'altra riflessione: sempre Bodganovich racconta di aver preparato una sceneggiatura a inizio anni '70 in cui si sarebbero dovuti trovare i tre protagonisti più rappresentativi dell western classico: John Wayne, James Stewart ed Henry Fonda. Titolo: Street of Laredo. Tuttavia, spiega il regista, una volta sottoposta la sceneggiatura ai protagonisti, i consigli di John Ford nei confronti di Wayne, una certa reticenza da parte di Stewart hanno fatto naufragare il progetto che a mio avviso sarebbe potuto diventare un'interessante confronto tra 3 vecchi leoni di quel genere. Ma la cosa che mi sorprende di più è stata la scelta di questi attori ad aver rifiutato un progetto certamente ambizioso preferendogli delle produzioni davvero mediocri (tra le quali includo anche Torna "El Grinta"). Salvo la pecunia non vedo molte altre spiegazioni.
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