Regia di Maccio Capatonda vedi scheda film
Divertente, ma fuori tempo massimo.
Di cosa parliamo quando parliamo d'Italia? Siamo sempre il Bel Paese addormentato che ci racconta questo lungometraggio, oppure siamo cambiati? La domanda dovrebbe essere, in realtà, diversa: siamo solo così? Evidentemente no. Stiamo parlando di un film del 2015 e, a parer mio, giunge in ritardo in sala. Dopodichè direi che se anche fosse uscito anni fa, comunque non so quanto si possa considerare cinema. Ma, meriti cinematografici a parte, Italiano medio sembra un'opera di Virzì, con la sua critica sociale -che, per carità, ci sta pure-, ma parla di televisione senza molte idee -d'altronde già ci ha pensato Garrone, circoscrivendo ancora di più l'argomento- e non di nativi digitali, della 'rete', delle nuove tendenze che circolano in Italia. Italiano medio ritrae una generazione post-boom economico, quella che ha perso i benefici di uno stato in ascesa (???) e a cui è rimasta la televisione e il dinamico arcipelago calcistico, ovvero gli ultimi scampoli di tv generalista. Ma anche la tv è cambiata, con le nuove frontiere di pacchetti e licensing che hanno spostato l'home video verso nuovi significati. Guardando Italiano medio mi è sembrato di vedere un film sugli sms. Il fatto che faccia ridere in diversi momenti non lo salva: si tratta ovviemente di un lavoro così così, ma che per fortuna non rivendica pretese artistiche. Purtroppo, mi ripeto, anche come satira lascia il tempo che trova.
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