Regia di Maccio Capatonda vedi scheda film
Una commedia oggettivamente molto ben montanta, ricca di citazioni e costruita partendo da un'attenta analisi di vizi, ipocrisie e difetti vari degli italiani, e che ho trovato veramente divertente. L'inizio un po' moscio ed assolutamente demenziale mi ha fatto pensare male, poi pian piano, la sceneggiatura inizia a fornire un quadro di quella che è la società italiana - seppur "caricaturale" - ed allora il film si fa interessante. Non tanto per la trama, che comunque è interessante e non scontata nella conclusione, quanto per come è descritto il nostro popolo, ondivago tra due estremi. Da una parte, estrema - ed ipocrita - sensibilità verso i guai di chi sembra più svantaggiato di noi, la Natura costantemente sotto attacco, la salute; da un'altra parte, totale edonismo: supremazia dell'apparire sull'essere; il tutto condito da estrema dipendenza per la tecnologia "social" (telecamere, smartphone, tablet, laptop "giocattolosi" costituiscono una presenza ossessiva). La morale è piuttosto scontata: quello di compromesso è l'atteggiamento che ci consente di sopravvivere nel miglior modo possibile nella modernità. Considerare gli oggetti per quello che sono, ovvero strumenti, di cui possiamo e dobbiamo manternere il controllo; seguire un regime di vita con un occhio alla modernità, ed uno alla tradizione; evitare trappole come la "Banca Micidiale". Molto divertenti situazioni e contesti in cui si muovono i protagonisti, in particolare la sequenza della discoteca, ove basta essere famosi per spadroneggiare; il talent-show che bisogna vincere per non essere classificati come "poveracci"; le riunioni del gruppo bio-terro-ecologista in una videoteca, dove non lo scoprirà mai nessuno ! Molto convincenti altresì le recitazioni, in particolare quelle dei personaggi di Giulio Verme e Alfonzo. Infine, ci sono molte citazioni. Le scenografie sono fantasiose, ma non troppo: Il film è ambientato in normali strade e case. Colonna sonora in tema.
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