Regia di Maccio Capatonda vedi scheda film
E' l'Italia becera,volgare e irriflessiva quella di questo film,ma anche quella risibile tutta "bio" e "new age",elementi qui trasfigurati e scimmiottati dal comico televisivo Maccio Capatonda.
Dopo gli Zalone e i vari "......Idioti" tocca ad un altra "costola" paratelevisiva scendere in campo,dire la sua,estremizzando usi e costumi italioti di cui oramai siamo vittime conclamate.
Il personaggio è quello di Giulio Verme,integralista ambientale e alimentare,cresciuto con dei genitori fan del "tubo catodico" da cui è stato traumatizzato.La prima parte si concentra sul presentare un personaggio ossessivo,supportato da un taglio registico che sopratutto nell'infanzia ricorda lo stile delicato del film di Pif "La mafia uccide solo d'estate....".
Ma se il film di Diliberto si poneva come un manifesto impegnato contro la mafia,il film di Capatonda ribalta le sorti desumendo una tesi "socioantropologica" che vira sul grottesco.
Quella di Verme è una tesi sull'italiano (e l'Italia) attuale,uno spaccato volgare e presentato su toni bipolari,quando Verme ingerisce una una strana "pillola" diviene l'opposto del "biosfigato",assumendo le sembianze del discotecaro trombatore e menefreghista.
Una "scissione" molto reale come specchio di un paese in crisi, che non gode di una coscienza "individuale", appannata da proclami "positivi" (ambiente,cucina vegana) come valvola di sfogo al vuoto umano.
Capatonda si circonda cosi' di un corollario di macchiette,stereotipi da tubo catodico come calciatori e ricconi che sembrano la versione postmoderna di Gianni Agnelli,oltre alla vicina di casa versione "bambolona" da reality tutta culo,tette e 2 per cento di materia grigia.La "casalingua" sicula diviene l'amante/sposa di Verme che lascia cosi' la storica fidanzata dall'animo candido,impegnata in Africa con le popolazioni povere.Situazioni che qui vengono enfatizzate da dialoghi e strafalcioni a "doppio senso" tipiche del repertorio di Capatonda, allineate ad un invettiva ironica e sarcastica che cerca di coinvolgere lo spettatore.
Capatonda col suo "Italiano medio" si prende il lusso di "sfottere" e gigioneggiare film come il recente "Lucy" di Besson e "Limitless" di Burger,coinvolgere titoli cosi' "altisonanti" è solo il pretesto per scindere in due il suo personaggio,inscenando una vera e propria "rèclame" delle contraddizioni italiche,vizi e vezzi purtroppo infranti sul taglio molto televisivo del film.
Il risultato è uno sfilacciamento che sottrae interesse allo spettatore,una serie di gag e parodie al servizio di una risata "facile" eppur scontata,un umorismo che seppur sagace cade molte volte nella prevedibilita' di una storia un pochino debole,confezionata "ad hoc" per i fan televisivi del comico.
Pur rivelandosi interessante nelle intenzioni, tutto risulta poco incisivo nella costruzione, "carburando" ottimamente nelle fasi iniziali e bruciandosi nelle banalita' dei personaggi con l'avanzare dei minuti.
Un vero peccato,anche perchè le mie aspettative erano maggiori dinanzi ad una tematica (vizi e difetti dell'italiano) che ha fatto scuola nel cinema italiano,mi vengono in mente "i mostri" di Risi o i "Brutti,sporchi e cattivi" di Scola.Altri tempi e altro cinema,oggi dobbiamo fare i conti con un gigantesco "set televisivo" prende il posto del vero cinema,quello antico delle storie popolari e sardoniche,oggi trasmutate nelle azioni di figurine monoespressive come desolante specchio di un cinema (e un paese) in piena crisi di valori......meditate gente,meditate......
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Ma no dai, troppo severo. I mostri? Brutti, sporchi e cattivi? Ma scherziamo? Chi potrebbe ambire a tanto? Monicelli forse. Che non ti sia piaciuto il film può starci ma probabilmente erano anche sbagliate le tue aspettative a riguardo e le aspettative giocano sempre brutti scherzi.
Ridurre Capatonda al ruolo di solo comico è un po ingiusto, non stiamo parlando di Ezio Greggio.
L'intento era un film che evidenziasse una società fatta di talent, di arrivisti, dove apparire conta più che essere. Dove sei importante in base a quanto possiedi. Lui è intelligente, ha preso i due estremi opposti e li ha esasperati con il suo linguaggio, che non è Diliberto, è Maccio e Maccio è demenziale, è no sense, è sarcasmo, è ironia. Estremizza ed evidenzia le caricature. Ma il gioco non ha fine a se stesso, lui ci dice che l'acqua è un bene, è preziosa e non va sprecata, che ci sentiamo migliori soltanto quando ci confrontiamo con chi è peggio, che chi ha a cuore l'ambiente è un terrorista e tutto esiste nel momento in cui appare in tv. Ci dice quanto siamo superficiali ed esasperati da stereotipi. Secondo me siamo ad un livello di impegno superiore a Checco Zalone, come impegno siamo più vicini ad altro, Guzzanti (Fascisti su Marte), Antonio Rezza (Escoriandoli), Paolo Villaggio (Fantozzi) coloro che vedono nella comicità un veicolo per messaggi ben più complessi.
Ciò che si salva nel panorama io lo salvo e a me è piaciuto. Ho apprezzato anche l'attenzione per i dettagli, quando suo padre lo costringe a vedere il calcio c'è Gullit con la maglia del milan, siamo fino 80 inizio 90 e suo padre indossa una tuta che ha colore e motivo tipico del periodo storico. Ho apprezzato i tempi comici nelle parodie che spesso si tende ad esasperare.
Mi è piaciuto, film intelligente e difficile. Rivedilo che è un buon film.
Commenta