Regia di Fred M. Wilcox vedi scheda film
Andiamo a parlare di un classicissimo del cinema per famiglie prodotto dalla Metro Goldwyn Mayer nel 1943, diretto da un esordiente e interpretato tra gli altri anche da una giovanissima Elizabeth Taylor che all'epoca contava giusto undici anni. Come tutti sanno il successo di Torna a casa Lassie fu enorme tanto da dar vita a diversi sequel, tre serie tv e un'esplosione di vendite di cani di razza Collie.
Sicuramente all'epoca i racconti edificanti e intrisi di buoni sentimenti facevano un effetto più genuino di quel che possono provocare oggi in noi spettatori moderni spesso cinici e disincantati. In più buoni sentimenti in questo caso veicolati da e per un animale, un cane che vive di amore incondizionato e totale per il suo padroncino, un amore inattaccabile sotto ogni punto di vista. Cosa volere di più? Non rimane che cascarci con tutte le scarpe.
In più Lassie (interpretato dal Rough Collie Pal) è effettivamente un bellissimo esemplare di cagnone, non lo si può negare.
Siamo negli anni della depressione, la zona dello Yorkshire in Inghilterra è afflitta dalla piaga della disoccupazione. La famiglia Carraclough composta da papà Sam (Donald Crisp), da mamma Carraclough (Elsa Lanchester) e dal piccolo Joe (Roddy McDowall) versa in pessime condizioni economiche. Il quarto membro della famiglia è l'intelligentissima Lassie che vive in simbiosi con il piccolo Joe tanto da andare ogni giorno a prenderlo, puntualissima, all'uscita da scuola. L'amore tra bimbo e cane è grandissimo ma un giorno al premuroso signor Carraclough, per dar da mangiare alla famiglia e guadagnare qualche soldo, non resta che vendere Lassie al Duca di Rudling (Nigel Bruce).
Inizieranno così diversi tentativi di fuga (molti riusciti) da parte del cane al fine di ricongiungersi al bambino, l'ultimo dei quali avverrà con partenza dalla lontana Scozia, luogo dove il conte si era recato con la nipotina Priscilla (Elizabeth Taylor).
Il film è tutto qui, una di quelle storie che non sfigurerebbero tra gli ultimi servizi di quello pseudo tg che è Studio Aperto, a smuovere lacrime, magoni e buoni sentimenti. Però funziona, non si può restare indifferenti alla peripezie e ai sacrifici affrontati da Lassie per tornare dal piccolo Joe. Ora, senza buttare lacrime ne battersi i pugni sul petto, se non provate almeno un po' di simpatia/empatia per il cane siete proprio delle merdacce.
La confezione gode di una bella fotografia che ricrea in maniera credibile paesaggi anglo-scozzesi pur mantenendo tutto il girato in Nord America. Gli attori sono tutti in parte e ben calati nelle atmosfere del cinema dell'epoca e del genere, molto simile a diverse produzioni targate Disney. Proprio per il suo gusto d'antan una visione piacevole ancora oggi.
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