Regia di Raffaello Matarazzo vedi scheda film
I figli sono pezzi 'e ccore...le matrigne so' pezzi 'e mm.....E'il secondo capitolo del sodalizio Nazzari/Sanson/Matarazzo e si continua nella sua poetica di beatificazione del personaggio femminile bersagliato da tutte le parti a scapito sia di quello maschile che degli altri personaggi secondari fatta eccezione una matrigna di provata cattiveria,degna di essere la strega di Biancaneve.Il difetto da riscontrare nei personaggi di questo film è forse che sono troppo monodimensionali,talmente schematici nelle loro azioni da rischiare di essere poco attendibili,c'è Anna(Sanson)disposta anche ad andarsi a rinchiudere in una specie di istituto di clausura per il bene della figlia,per farla accasare e farle avere tutto quello di cui la piccola ha bisogno.C'è la matrigna(una superba Tina Lattanzi) che arriva anche a negare al marito di prendersi cura della figlia,dividendoli di fatto non facendogli pervenire le lettere spedite da lei dopo che se ne è andata di casa.E arriva anche a sottilizzare su una promessa fatta al marito mentre lui è sul letto di morte(lui le dice di prendersi cura della bambina,intendendo la nipotina che ha scoperto di avere da pochi minuti e lei lo prende alla lettera prendendosi cura della bambina e obbligando la figliastra a chiudersi in una specie di convento di cui sopra).E c'è Carlo(Nazzari) che vediamo solo all'inizio e alla fine,schiacciato dal peso del personaggio della Sanson,ridotto praticamente al silenzio di un ruolo da comprimario.E nel frattempo Matarazzo non ci risparmia nulla sotto il profilo lacrimogeno:l'addio alla casa del padre e della matrigna da parte di Anna,il matrimonio in prigione tra Anna e Carlo in mezzo a invitati con pigiamino a righe che regalano una bella botta d'angoscia e di squallore,il distacco tra madre e figlia in casa della matrigna.Ma almeno stavolta grazie alla perpetua della matrigna (che la prende letteralmente a schiaffoni liberatori)la riunione della famiglia c'è,c'è il vissero tutti felici e contenti.La messa in scena qui è come al solito sapiente ma abbastanza spartana,alcune scene della Sanson sono ad alto tasso d'improbabilità recitativa(quello sgranare continuamente gli occhi come si faceva nei film muti per esempio),la scena del distacco tra madre e figlia suona tremendamente falsa soprattutto perchè la bambina non sembra in grado di recitare una scena così complessa,non è come quei piccoli mostri che sforna il cinema hollywoodiano che già in fasce sono capaci di piangere a comando.Tolti questi piccoli nei non si può però negare la capacità di Matarazzo di coinvolgere le masse con storie così apparentemente vicine al popolo,ben più di analoghi prodotti hollywoodiani....
fa praticamente il comprimario
domina il film dall'inizio alla fine
ruolo canterino e poco altro...ma non si chiamava Roberto?
una matrigna superba
boh
un maestro incontrastato del genere
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