Regia di Carlo Lizzani vedi scheda film
Il nome di una città italiana nel titolo, e un aggettivo o un verbo accanto, erano cose comuni nel poliziottesco, genere d'azione all'italiana, che negli ultimi anni ha conosciuto una rivalutazione in cui, scremando le implicazioni ideologiche, che negli anni Settanta in cui uscivano, erano molto più sottolineate, si è maggiormente apprezzato l'oggettiva bravura tecnica nell'allestire inseguimenti e scene spettacolari con mezzi spesso poveri. "Torino nera", rispetto ai vari "Roma violenta", "Napoli spara" eccetera, è un discorso a parte, perchè dietro alla macchina da presa c'è un cineasta comunque riconosciuto più autore, come Carlo Lizzani: c'è un delitto compiuto allo stadio, di cui viene accusato un operaio edile, padre di famiglia, che con l'ucciso aveva avuto scontri, perché questi era una sorta di kapò della ditta. La cosa singolare è che sono i due figlioletti dell'operaio, incarcerato per anni, a correre grossi pericoli per aiutare un avvocato ad indagare personalmente sulla vicenda. L'incursione di Lizzani in questo genere non è tra i suoi passi più felici:un cast bizzarro, che vede l'Andrea Balestri-Pinocchio televisivo, Nicola Di Bari (!) nei panni dell'avvocato, Marcel Bozzuffi nel ruolo dell'impresario edile, Bud Spencer nel ruolo di Raho, l'accusato del delitto, Saro Urzì, Francoise Fabian, ed altri in ruoli sullo sfondo. Poi, si parla per tre quarti di film dell'accusato al passato, come se fosse morto, ed invece è in prigione: Spencer compare in un paio di scene all'inizio, e poi lo vediamo nel finale impugnare la pistola, per l'inevitabile giustizia privata. Finale amaro, come ci si poteva aspettare.
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