Regia di Paul Schrader vedi scheda film
Un thriller spionistico più che convenzionale, fin troppo convenzionale, come ce ne sono tanti se non fosse che a scriverlo e dirigerlo c'è Schrader, non uno qualsiasi, anche quando la qualità delle sue pellicole non è alta. Il tema della malattia, la fede/ossessione per il proprio lavoro a cui ha dedicato una vita, un nemico creduto morto da tutti a parte lui e come lui preda di una malattia che non lascia scampo e che forse sono entrambi tenuti in vita proprio da quest'ossessione reciproca e dall'essere entrambi marginalizzati all'jnterno dei contesti in cui agiscono.
Il film fornisce una buona serie di spunti, ma sia Schrader, sia Refn come produttore esecutivo, sia gli stessi Cage e Yelchin hanno disconosciuto il film per pesanti interventi in sede di montaggio per farlo diventare, appunto, un film convenzionale e banale.
Amaro destino per il regista americano che cade ancora una volta dopo Dominion (addirittura questo film fu rifiutato) nelle forche caudine dei produttori. Difficile dire come poteva essere questo lavoro a meno di una distribuzione da "director's cut".
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