Spettacolo teatrale del 1974 ripreso dalla televisione; Carmelo Bene declama versi di quattro autori russi su un sottofondo sonoro di Vittorio Gelmetti. La Rai lo trasmetterà, diviso in due parti, nel 1977.
La mimica e la voce, il tappeto sonoro musicale, il testo evocativo, che permette all'interprete di sbrigliarsi alla massima potenza: tutto questo è Bene! Quattro diversi modi di morire in versi, spettacolo che megalomaniacalmente prende titolo dal nome del suo esecutore. Lo spudorato, egocentrico, inarrestabile, istrionico Carmelo Bene concede al pubblico l'ennesima dimostrazione delle magnifiche, smisurate potenzialità dell'attore e della sua supremazia rispetto all'opera che pure lo agisce. Majakovskij, Pasternak, Blok ed Esenin sono però qualcosa di più che un semplice pretesto, sono un terreno fertile per la creatività di CB, che naturalmente per l'occasione riveste anche il ruolo di regista; il sottofondo musicale è curato da Vittorio Gelmetti ed è un rimescolare di note, suoni elettronici e rumorismo puro. Se la scena è - al solito, per Bene - scarna e insignificante, comunque il Nostro precisa di non averne alcun bisogno tramite il frequentissimo uso di primi e primissimi piani; sullo sfondo danzano intanto fiamme selvagge che richiamano la febbrile follia dell'interprete, inserite artificialmente in studio. La Rai riprese lo spettacolo nel 1974 per trasmetterlo solamente tre anni più tardi, per giunta diviso arbitrariamente in due parti (in due puntate!) di 50 minuti ciascuna. La prima rappresentazione di Bene! risaliva addirittura al 1960, ma questa filmata per la tv non sarà neppure l'ultima, che risulta essere invece del 1980. 6/10.
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