Regia di John Lennon, Yoko Ono vedi scheda film
Rape è una delle opere più note della bizzarra filmografia di Yoko Ono e John Lennon, ma anche una delle più disturbanti ed emblematiche: camera a mano per settanta minuti con pochissimi stacchi (e tutti ben evidenziati da un montaggio volutamente approssimativo, di cui si occupano i due autori insieme a Toni Myers) su una modella che cammina per Londra, via via sempre più perplessa, fino a raggiungere l'inquietudine e la rabbia nei confronti dell'anonimo e silenzioso inseguitore munito di telecamera. La ragazza parla in tedesco e un po' in italiano: dettaglio pensato o casuale? Nel primo caso potrebbe significare l'impossibilità di comunicare fra vittima e carnefice, ma conoscendo Yoko Ono (Lennon, come è noto, in questi lavori aveva un semplice ruolo marginale, non più di tanto attivo) è fortamente probabile che la risposta sia la seconda. Anche per particolari come questo, per il montaggio arbitrariamente trascurato, per le scelte delle location (un cimitero, le strade della City, un appartamento), per la durata spropositata, Rape è considerabile 'emblematico' dell'idea di cinema della Joko Films (la produzione cinematografica firmata da John & Yoko): l'unica domanda che può sorgere vedendo un lungometraggio simile è "ma perchè?", consci del fatto che immediatamente ci si metterà la coscienza in pace scrollando noncuranti le spalle. Per la cronaca, la protagonista (di rara inespressività) si chiama Eva Majlath, è ungherese e questa è la sua prima e unica presenza nel mondo della celluloide. 1,5/10.
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